Viktor Orban, il reazionario e liberticida per disgrazio degli ungheresi e dell’Europa premier di Budapest e leader con potere di veto nella Ue non è un passante. Ma è – appunto – il primo ministro di un paese che ha rapporti diplomatici con l’Italia.
E in quanto tale dovrebbe astenersi dall’interferire dalle vicende interne italiane soprattutto quando riguardano il potere giudiziario che, va ricordato, in una democrazia degna di questo nome è un potere autonomo distinto da quello esecutivo e quello legislativo.
Si può capire che l’idea di democrazia che ha Orban e che hanno tutti i reazionari di quella specie, vede con fastidio la divisione dei poteri ma vuole che la magistratura e di conseguenza la polizia giudiziaria siano il braccio armato del potere.
Un po’ come dal suo amico Putin o negli stati autoritari nei quali i giudici sono liberi di giudicare secondo quanto il governo ha già deciso.
Peccato che in Italia, anche se la destra si sta impegnando molto, la magistratura è non ancora quella di Mussolini e dei tribunali speciali ma agisce secondo regole e norme che sono ampiamente garantiste.
Se Salvini è a processo non è perché c’è stato un colpo di stato o un ordine dall’alto (questo accade nelle dittature) ma perché in un regolare procedimento nel quale la difesa ha avuto ed ha tutte le garanzie un giudice ha deciso che il leader della Lega doveva andare alla sbarra non per rispondere di ‘reati politici’ ma di reati comuni. Come un qualsiasi cittadino. Perché in una democrazia nessuno è al di sopra della legge.
Chi è Viktor Orban per definire il processo Open Arms una ‘vergogna’? Con quali titoli si permette di intervenire in un processo del quale non conosce nulla?
In un paese democratico e con un governo degno di questo nome, un minuto dopo questa inaccettabile interferenza, la Farnesina avrebbe dovuto convocare l’ambasciatore ungherese per una protesta formale.
Ma alle 19.30 non risulta che nulla di ciò sia accaduto.
Personalmente non hi mai pensato che la destra al governo sia fatta da patrioti. Notoriamente i patrioti sono stati i partigiani che non a caso – andatevi a rileggere i documenti dell’epoca – si definivano ‘patrioti’ e chiamavano gli italiani a combattere gli invasori nazisti appoggiati dai fascisti, gli unici veri nemici della patria.
Ma in queste ore anche la farlocca retorica patriottica della nostra destra si smentisce da sola. Un patriota difenderebbe le istituzioni italiane dalle interferenze di uno straniero. Ma loro non difendono la patria. Non la difesero tra il 1943 e il 1945 e non la difendono nemmeno oggi.
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