Ilaria Salis ai domiciliari, Avs: "Ora torni in Italia, accendere i riflettori sulla sua storia era necessario"

De Cristofaro: "La dimostrazione che era necessario accendere i riflettori sulla vicenda perché si arrivasse ad un esito conforme allo stato di diritto. Quello che si è rifiutato di fare il Governo Meloni per mesi per non disturbare l'amico Orban"

Ilaria Salis ai domiciliari, Avs: "Ora torni in Italia, accendere i riflettori sulla sua storia era necessario"
Ilaria Salis
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15 Maggio 2024 - 16.36


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Peppe De Cristofaro, capogruppo di Avs al Senato e presidente del Gruppo Misto, ha commentato la concessione dei domiciliari per Ilaria Salis da parte dei giudici ungheresi, che hanno accolto il ricorso dei legali della 39enne italiana.

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«Una bella notizia. Ilaria Salis va ai domiciliari. Il tribunale di Budapest ha accolto il ricorso presentato dai suoi legali. Candidare Ilaria Salis nelle liste di AVS per le Europee è stata la scelta giusta. La dimostrazione che era necessario accendere i riflettori sulla vicenda perché si arrivasse ad un esito conforme allo stato di diritto. Quello che si è rifiutato di fare il Governo Meloni per mesi per non disturbare l’amico Orban, o più semplicemente perché la destra la sentenza sulla Salis l’aveva già emessa. Felice per la sua prossima scarcerazione, ennesima vergogna per il nostro esecutivo». 

Esulta anche l’eurodeputato di Avs, Massimiliano Smeriglio. «I domiciliari a Ilaria sono un’ottima notizia – scrive in una nota -, premiano l’impegno e la determinazione di Ilaria, della famiglia, e la mobilitazione di tante donne e uomini che hanno permesso a questa vicenda di non essere dimenticata. Ma è solo un primo passo, ora concentriamoci sui prossimi obiettivi: l’elezione e la scarcerazione di Ilaria». 

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Il vicecapogruppo di Alleanza Verdi e Sinistra Marco Grimaldi è intervenuto alla Camera. «E’ stato accolto dal tribunale di seconda istanza ungherese il ricorso presentato dai legali di Ilaria Salis che può quindi uscire dal carcere e andare ai domiciliari a Budapest. Abbiamo candidato Ilaria per riportarla a casa, perché ha diritto a un giusto processo e a un trattamento dignitoso, che l’Ungheria fin qui le ha negato. Ci chiedevano silenzio. Abbiamo risposto con più rumore. Oggi abbiamo visto che non serve stare zitti e buoni. Non ci fermiamo. Ne faremo ancora e sarà sempre più forte. Vogliamo libera Ilaria e libera l’Europa. Libera dagli interessi e dalle nostalgie identitarie che non ne consentono l’evoluzione verso una comunità politica basata regole comuni ma soprattutto sui diritti di ogni persona». 

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