Barbara Floridia, senatrice del M5s e presidente della commissione di vigilanza Rai, in una intervista a La Repubblica ha espresso tutta la sua preoccupazione per la decisione della maggioranza di destra sulla par condicio, aprendo di fatto alla possibilità degli esponenti del governo Meloni a partecipare ai programmi politici in un regime di deregulation.
«È grave che la maggioranza abbia aperto alla possibilità, per i membri del governo, di partecipare ai programmi di approfondimento al di fuori delle regole della par condicio: il rischio di falsare la campagna elettorale è molto alto».
«Come presidente della Vigilanza ho fatto il massimo per assicurare il confronto fra le diverse forze politiche nel quadro di un equilibrato esercizio democratico. Ho lasciato a tutti tempo e modo per argomentare, ho sospeso più volte i lavori perché si potessero parlare e per ragionare insieme sugli emendamenti al fine di convergere su quella che speravo fosse una delibera unanime».
«La maggioranza ha chiuso in modo arrogante agli emendamenti proposti dalla minoranza, come quelli che andavano in maniera più specifica nella direzione indicata dall’AgCom che, ricordo, è un’autorità indipendente, a garanzia di tutti i cittadini».
«Sostanzialmente viene offerta ai membri del governo la possibilità di prendere spazi in Rai oltre il dovuto. Con il rischio di creare uno squilibrio perché potranno essere più presenti e godere di una maggiore visibilità rispetto agli esponenti degli altri partiti. Se si considera che alcuni di loro saranno anche candidati alle Europee, il vantaggio è indubbio».
«Quanto accaduto è grave. Le opposizioni hanno fatto di tutto per mettere dei paletti, in qualche caso ci sono riuscite, in altre no. E aggiungo: quando la maggioranza dice che si è fatto un copia e incolla della delibera sulle precedenti Europee non la dice tutta. Nella vecchia delibera non esisteva l’apertura a ministri e sottosegretari nei programmi di approfondimento giornalistico. È una novità imposta con la forza dei numeri che hanno in Parlamento».
«E’ passata un po’ in sordina un’altra innovazione pericolosa: prima era prevista una `presenza paritaria´ delle forze politiche, loro l’hanno sostituita con `presenza equilibrata´. Così però si crea un margine di discrezionalità per chi gestisce i programmi in Rai».
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