Pier Luigi Bersani in un intervento su La Stampa ha parlato della questione morale all’interno del Pd, dopo le vicende in Puglia e Piemonte.
«Oggi i partiti possono fare molto di più, ma è una battaglia che sento di aver perso: perché quando il partito è troppo liquido, è facile che i margini diventino evanescenti. Vanno benissimo i codici etici, per carità, quello che serve però è un criterio di selezione più esigente. Serve la forma partito».
«Sarà mica un problema avere uno che dice `voglio entrare´ e due o tre probiviri che dicono `ok´. Va bene fare le primarie quando ci sono importanti responsabilità pubbliche da scegliere, ma per le responsabilità di partito no. Non è quello il modo. E a che servono organismi pletorici di mille persone? Vuol dire che non decide nessuno. Infine, per quanto tu sia grande, devi avere in testa che c’è sempre qualcosa di buono fuori da te con cui interloquire».
Bersani racconta di averci provato, di aver avuto pronta una riforma del partito, «che comunque non sarebbe passata», alla vigilia della caduta del governo Berlusconi. «Arrivò Monti, non se ne fece più niente, ma trasformarsi nella società civile per non farsi superare dalla società civile non è la risposta al discredito dei partiti».
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