Il Consiglio di Stato ha sbugiardato la sindaca leghista di Monfalcone, Anna Maria Cisint, visto che ha accolto gli appelli cautelari delle associazioni culturali islamiche Darus Salaam e Baitus Salat per la libertà di culto.
«L’Amministrazione è tenuta a individuare, in contraddittorio con gli interessati e con spirito di reciproca e leale collaborazione, siti alternativi accessibili e dignitosi per consentire ai credenti l’esercizio della preghiera», fissando un tavolo di confronto entro 7 giorni. Il contenzioso tra Comune e associazioni riguardava 2 immobili usati per le preghiere, per i quali era stato ordinato il ripristino della destinazione d’uso.
La reazione della sindaca leghista
La decisione del Consiglio di Stato «chiarisce in maniera indiscutibile che» i due centri islamici «non possono essere utilizzati come luoghi di preghiera, ribadendo la fondatezza delle motivazioni dell’ente locale»: lo puntualizza la sindaca di Monfalcone Anna Maria Cisint, sottolineando che «ci siamo sempre mossi nel segno della legalità e dell’esigenza di far rispettare le regole che devono valere per tutti i cittadini».
«Il Consiglio di Stato ha colto in pieno questo presupposto – aggiunge la sindaca – che, come ho avuto modo di sottolineare nulla ha a che vedere con gli aspetti della libertà di culto che invece sono stati strumentalizzati in modo violento».