Il capogruppo di Alleanza Verdi e Sinistra Peppe De Cristofaro, presidente del gruppo Misto di Palazzo Madama, è tornato sulla questione delle riforme proposte dalla maggioranza di destra, soprattutto su quelle del cosiddetto premierato e dell’autonomia differenziata, per le quali sarebbe in ballo uno ‘scambio’ tra Lega e Fdi.
«Hanno fretta governo e maggioranza. Devono portare a compimento lo scambio fra Autonomia differenziata e Premierato, fra Lega Nord e FdI, sulla pelle del Paese. E per questo hanno deciso stamattina di non far discutere una proposta di legge di iniziativa popolare, che tutela l’unità nazionale, prima della proposta Spacca Italia di Calderoli. Sembra un fatto di calendario, ma non lo è. In democrazia la forma è sostanza».
«Ed è evidente che questa maggioranza è allergica alla discussione e alla partecipazione popolare. E d’altra parte, Autonomia e Premierato rispondono al disegno di una torsione autoritaria e classista del governo del Paese. Non ci arrenderemo, devono saperlo. Faremo la battaglia parlamentare fino in fondo e poi piazza per piazza, nel Paese».
«La nostra richiesta di poter discutere prima la proposta di legge costituzionale di iniziativa popolare, che punta alla modifica degli articoli 116 e 117 della Costituzione, su cui sono state raccolte 100 mila firme, e poi la proposta Calderoli di Autonomia differenziata non è un capriccio. Lo abbiamo fatto per logica e per buon senso, perché se venissero modificati gli articoli 116 e 117 della Costituzione, come chiede la legge d’iniziativa popolare, si renderebbe vano il disegno di legge Calderoli».
«La logica parlamentare, e anche il regolamento del Senato, prima che il dibattito politico, vorrebbe che si discutesse prima quello che è stato chiesto da cittadini, sindacati e associazioni e poi la proposta di maggioranza. Ma sulla logica prevale il ricatto reciproco che c’è tra Lega e Fratelli d’Italia con lo scambio tra la riforma dell’Autonomia, cara a Salvini, e il Premierato proposto da Meloni. Due proposte che non convincono i partner di governo ma che sono costretti ad approvare per non lasciare terreno libero prima delle elezioni. Uno scambio sulla pelle dei cittadini e del Parlamento».
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