Carlo Calenda, leader di Azione, con un post sui social ha parlato del governo Meloni e dell’inesistente politica sui salari, fermi ormai a trent’anni fa.
«Politica salariale e politica industriale sono completamente assenti dall’agenda di Governo. È dalla riunione con le opposizioni sul salario minimo che Giorgia Meloni ha promesso una proposta sul lavoro, sui contratti e sui salari sin qui non pervenuta. Con i salari reali sotto il livello di trent’anni fa questa emergenza può diventare destabilizzante per la democrazia. Non è solo una questione di salario minimo ma di funzionamento dei contratti collettivi nazionali che livellano in basso i salari».
«Collegato a questo tema c’è quello della politica industriale. In Usa e nei grandi paesi europei – aggiunge – le strategie di supporto alle transizioni tecnologica e ambientale, sono al centro dell’agenda, con investimenti poderosi. Meloni invece ha definanziato industria 4.0 e non ha varato alcuna strategia sulla transizione green». «Intanto il miliardo e passa stanziato sugli Its non si sa bene che fine abbia fatto. Confindustria non apre bocca, i sindacati la aprono su tutto, con il risultato di annacquare la loro credibilità.
Ma su questi due temi ci giochiamo il futuro dell’Italia. Meloni dovrebbe convocare un gruppo di esperti – imprese, economisti, esperti di contratti – per elaborare un piano sulla competitività e il lavoro. I soldi ci sono (Pnrr), il ciclo economico lo richiede e l’argomento potrebbe trovare una sponda costruttiva nell’opposizione. E forse la smetteremmo di parlare di cronaca e pandoro», conclude Calenda.
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