Il 2024 potrebbe essere un anno cruciale per Totò Cuffaro: sembra prossimo a sedere nel Parlamento europeo. Dopo i problemi giudiziari, la caduta politica, il carcere e le missioni umanitarie in Africa, l’ex presidente della Regione Siciliana è rinato, rafforzando la sua DC nell’Isola. Con un partito strutturato in organismi regionali, provinciali e cittadini, Cuffaro è il leader, anche a Roma.
Nonostante il tentativo di un accordo con quel che resta di Forza Italia, sembra avvicinarsi a un’intesa elettorale con Davide Faraone, rappresentante di Renzi a Palermo. Nonostante le vecchie promesse di non rientrare in politica dopo gli “errori” commessi, Cuffaro ha mostrato un attivismo costante, costruendo una solida rete di presenze in tutta la Sicilia, ottenendo nuove adesioni e consiglieri comunali. La DC di Cuffaro registra ingressi giornalieri, accumulando gruppi consiliari più consistenti di partiti considerati più radicati sul territorio.
Il suo impatto è particolarmente forte nella sua provincia, Agrigento, dove contrasta il potere di due figure politiche consolidate: Roberto Di Mauro, assessore regionale, e Riccardo Gallo, un forzista influente nella gestione del potere. Entrambi vedono in Cuffaro l’unico vero avversario alle loro manovre di potere. Di Mauro ha un accordo con Salvini e si prepara anche lui alla candidatura europea, mentre Gallo, insieme a Forza Italia, sembra destinato a tempi difficili, con Cuffaro che limita gli spazi agli orfani di Berlusconi.
Le elezioni europee rappresentano la scadenza, con l’obiettivo di conquistare la Regione. Cuffaro sta creando le condizioni per giocare un ruolo cruciale, mettendo in discussione Schifani e il residuo di Forza Italia. In questo scenario, il centrosinistra sembra indebolito.