Riccardo Magi, segretario di +Europa, a RaiNews24 è tornato a parlare dello scellerato accordo che Giorgia Meloni ha siglato con l’Albania per il riposizionamento dei migranti. Secondo Magi, un accordo del genere deve passare per il vaglio del Parlamento.
«Il governo italiano dovrebbe spiegare qual è l’obiettivo del protocollo d’intesa siglato con l’Albania e, soprattutto, se si può fare una cosa del genere: a mio avviso non si può fare, perché un protocollo d’intesa non può estendere la giurisdizione del proprio Paese nel territorio di un Paese straniero. La giurisdizione non è un elastico che si modella a piacimento anche in parti del territorio che non sono territorio italiano. A me sconcerta la leggerezza con cui si affrontano queste questioni».
«In ogni caso, questa materia dovrebbe comunque avere un vaglio parlamentare e un atto che abbia forza di legge, non un protocollo firmato da due capi di governo, e la legge deve rispettare il diritto europeo e le convenzioni internazionali. Da un punto di vista politico – ha continuato Magi – la riflessione è molto amara perché anche per effetto anche dell’azione politica del governo di Giorgia Meloni in Europa si è rinunciato alla modifica del regolamento di Dublino e cioè ad arrivare ad un meccanismo di redistribuzione obbligatorio degli arrivi, cioè tutto ciò su cui per anni abbiamo puntato tutti e quello per cui il Parlamento europeo per ben due volte aveva votato venendo smentito poi dal Consiglio europeo, dai singoli Stati. Il governo Meloni, che ha rivendicato quella rinuncia, che fa adesso?».
«Cerca l’accordo con Paesi non membri Ue, come l’Albania per esempio che spera che questo accordo porti a un aiuto da parte nostra per accelerare il processo di ingresso nell’Unione, provando a fare cose che da un punto di vista del diritto non stanno in piedi. Con questo protocollo, il cittadino straniero che si trova in Albania e si vede riconosciuta la non convalida del fermo da parte di un giudice, cosa fa? Dove va? Viene da chiedersi – conclude Magi – perché il governo italiano sta facendo questa cosa, se lo fa per portare contro la loro volontà queste persone in un altro Stato o perché i centri che il governo non riesce a realizzare in Italia i nuovi Cpr che voleva istituire perché nessun presidente di regione – a partire dalle Regioni guidate dalla destra – non vuole nuovi Cpr»
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