Elly Schlein: "L'11 novembre in piazza per l'alternativa alla destra, chi vuole un futuro più giusto è il benvenuto"
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Elly Schlein: "L'11 novembre in piazza per l'alternativa alla destra, chi vuole un futuro più giusto è il benvenuto"

Elly Schlein: «Chi vuole un futuro più giusto venga in piazza con noi l'11 novembre. La piazza dell'11 novembre sarà per i diritti sociali e civili, e per la giustizia sociale. E sarà anche una mobilitazione per la pace, a tutela di tutti i civili».

Elly Schlein: "L'11 novembre in piazza per l'alternativa alla destra, chi vuole un futuro più giusto è il benvenuto"
Elly Schlein
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2 Novembre 2023 - 09.12


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Elly Schlein in un’intervista a La Stampa ha ribadito l’appuntamento dell’11 novembre in piazza a Roma, per contestare il governo Meloni e verificare quanto sia compatto il fronte alternativo alla destra che governa ormai da oltre un anno.

«Chi vuole un futuro più giusto venga in piazza con noi l’11 novembre. La piazza dell’11 novembre sarà per i diritti sociali e civili, e per la giustizia sociale. E sarà anche una mobilitazione per la pace, a tutela di tutti i civili».

La segretaria del Pd ha poi parlato della Manovra in discussione in Parlamento. «E’ fragile perché fa giochi di prestigio coi numeri, sovrastimando la crescita. Senza visione perché non ha in testa un modello di sviluppo: è un insieme di mance senza un’idea del futuro del Paese. Il taglio del cuneo fiscale vale solo per un anno: giusto il tempo di far passare le elezioni europee! Non c’è nulla sui servizi pubblici essenziali come sanità, casa e diritto allo studio. Ci sono tagli agli enti locali. Una cosa avevano fatto giusta e fanno marcia indietro». 

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«Una priorità è la sanità pubblica: il governo dice che non sono mai state messe così tante risorse, ma non tiene conto dell’aumento dei costi dato da inflazione e crisi energetica. Le bollette alle stelle le hanno pagate anche gli ospedali. Va sbloccato il tetto alle assunzioni e bisogna destinare risorse alla salute mentale, alla sanità territoriale e ai non autosufficienti. E poi interverremo per chiedere di sostenere il potere d’acquisto delle famiglie, ad esempio con libri di testo, mense e trasporti gratis per le famiglie fragili. E di aiutare le imprese nel passaggio verso il digitale e la transizione ecologica, ad esempio coi pannelli solari sui tetti». 

Sulla manovra blindata osserva: «Non s’è mai visto una manovra da 28 miliardi in cui il Parlamento non possa mettere becco: è una deriva da contrastare. E magari al voto degli emendamenti vedremo sorprese. Non a caso ho offerto `asilo politico´ a emendamenti di esponenti della maggioranza che vogliano aggirare il divieto di presentarne».

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La riforma costituzionale che introduce il premierato «è una proposta che affossa la repubblica parlamentare, indebolisce le prerogative del presidente della Repubblica ed esautora il Parlamento. Hanno numeri solidissimi: se in un anno di governo l’Italia sta peggiorando, è colpa della loro incapacità, perché hanno una maggioranza per cui possono scegliere cosa fare». 

«Quando Giorgia Meloni ci convocò per un confronto, portammo le nostre proposte: dalla sfiducia costruttiva alla limitazione della decretazione d’urgenza e il rafforzamento degli istituti di democrazia diretta. Se si vuole ridare peso al voto degli elettori, la strada non è il premierato, ma una legge elettorale che restituisca il diritto di scelta ai cittadini dei propri rappresentanti», osserva.

Poi un passaggio sullo scherzo telefonico nel quale è caduta la stessa Giorgia Meloni. «Ciò che è successo è sconcertante: se non ha funzionato l’attività di filtro e verifica preliminare alla telefonata, non basta ora che Palazzo Chigi si limiti a una breve spiegazione in una nota». 

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«Ritengo necessario che il governo intervenga per rassicurare Parlamento e Paese: situazioni di questo genere, che mettono a rischio la nostra immagine e il nostro profilo politico sul piano internazionale, non possono più verificarsi».

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