Secondo Giorgio La Malfa, ex segretario del Pri, quanto dichiarato da Giuliano Amato su La Repubblica non è una novità. «Le posizioni di Amato e di Cossiga su Ustica sono note da molti anni. Infatti non capisco lo scalpore generato dall’ intervista».
La Malfa si è detto colpito dalla «tempistica. Non capisco perché tirare fuori la questione in questo momento. L’intervista crea un forte imbarazzo alla presidente del Consiglio Giorgia Meloni, non so se sia volontario o involontario».
«Se non insiste, le verrà detto `sei troppo gentile´. Se fa pressioni sulla Francia, potrebbe complicare le relazioni già difficili con il presidente Macron».
La Malfa è stato ministro del Bilancio nel governo Cossiga quando avvenne la strage. Ricorda che al consiglio dei ministri convocato subito dopo «ci fu una relazione del ministro dei Trasporti Rino Formica del Partito Socialista, il quale parlò unicamente dell’ipotesi di un `cedimento strutturale´». «Lasciammo il Cdm con la convinzione di un guasto. Non ci furono altre tesi», afferma.
All’ex ministro non risulta che «se ne sia discusso in un successivo Cdm o che si sia mai cambiata questa interpretazione». «Non si immaginavano atti di terrorismo oppure azioni militari», ribadisce. La teoria del missile emerse «solo quando a occuparsi della questione fu la Commissione Stragi». «Nel mondo militare, invece, resisteva la convinzione che si fosse trattato di una bomba a bordo», ricorda ancora l’ex ministro.