Schein e Conte attaccano Meloni sul caro-benzina (e non solo)
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Schein e Conte attaccano Meloni sul caro-benzina (e non solo)

Il leader M5s e Elly Schlein attaccano Giorgia Meloni sul caro-benzina e su molte altre questioni

Schein e Conte attaccano Meloni sul caro-benzina (e non solo)
Elly Schlein e Giuseppe Conte
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21 Agosto 2023 - 09.13


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 Un videomessaggio inviato a una coppia di sposi, una foto pubblicata sui social dal ministro e cognato Francesco Lollobrigida che la ritrare mentre porta in tavola un piatto pieno di granchi blu. Giorgia Meloni si gode gli ultimi giorni di relax nella masserie di Ceglie Messapica dove si trova in vacanza assieme alla famiglia. Non è ancora chiaro se la premier, dopo la tappa in Albania a cavallo di Ferragosto, farà tappa altrove prima di rientrare a Roma. Quello che è certo è che al rientro a Palazzo Chigi troverà una serie di dossier con cui fare i conti, a cominciare dalla prossima legge di bilancio ma non solo, come ricorda Carlo Calenda. Il leader di Azione, dopo aver derubricato ad «arma di distrazione di massa» il caso del conto pagato dalla presidente del Consiglio al posto del gruppo di turisti italiani scappati da un ristorante albanese, avvisa che «alla ripresa» dalla pausa estiva sul tavolo ci saranno anche altri temi: sanità, giustizia, migranti e salari.

Ad incalzare la premier c’è anche Matteo Renzi secondo cui negli ultimi mesi «Meloni ha fatto la bella addormentata nel bosco: a svegliarla non sarà un bacio del principe azzurro, ma un foglio Excel della Ragioneria di Stato. Per il governo è l’ora della verità: mancano 30 miliardi» di risorse per la manovra. Concetto ribadito anche dal segretario di Più Europa, Riccardo Magi: «Mancano all’appello tra i 20 e i 30 miliardi, che Meloni e i patrioti cercheranno di reperire aumentando le tasse e aumentando il debito pubblico, lasciando intatti i privilegi delle corporazioni amiche. Il governo prepara per l’autunno una manovra economica lacrime e sangue contro gli italiani».

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A mettere nel mirino la presidente del Consiglio, però, è soprattutto Giuseppe Conte che su Facebook parte soft parlando del conto di 80 euro saldato in Albania («gesto apprezzabile») ma poi attacca parlando di «gesto buono per pavoneggiarti sulle copertine dei rotocalchi, ma di nessuna utilità per dare ossigeno ai conti degli italiani».

Per il leader di M5s, infatti, c’è un conto «molto più salato» che chiama in gioco «l’inerzia e la diretta responsabilità» della premier. Il riferimento è al salasso imposto dal caro-benzina. «Non parliamo certo di una cena a scappar via, ma di circa 2 miliardi di extragettito accantonati dal tuo Governo tra i giorni più frenetici di partenza e rientro dalle vacanze. Un tesoretto accumulato grazie all’Iva e alle accise sul carburante che, se calcolato da inizio anno, viene stimato intorno ai 4 miliardi di euro», spiega Conte rivolgendosi direttamemte alla Meloni: «Cara Giorgia pensa a questo indegno bottino prelevato dai portafogli degli italiani, alle promesse strillate in campagna elettorale a proposito delle accise sul carburante. Oggi hai l’opportunità per restituire il bottino sottratto indebitamente ai cittadini. E sia chiaro: non provare a trincerarti dietro la necessità di utilizzare questo extragettito per il taglio del cuneo fiscale. Quest’ultima è una misura già prevista, che va resa strutturale, che non può essere finanziata con questa appropriazione indebita fatta sulla pelle dei cittadini. Il tempo stringe, presidente: hai intenzione di fare spallucce e nascondere la testa sotto la torrida sabbia d’agosto oppure intendi fare qualcosa?».

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Sulla vicenda interviene pure la segretaria del Pd, Elly Schlein. «Vi ricordate la Meloni nel video contro le accise? Ora invece le hanno aumentate», dice dal palco della festa dell’Unità di Castiglione del Lago chiedendo «risposte» all’esecutivo con l’extragettito che arriva dall’Iva. «Mettiamo immediatamente quelle risorse per aiutare le fasce più fragili rispetto a questi aumenti e sul trasporto pubblico locale», aggiunge. Schlein annuncia anche il raggiungimento delle 300mila firme per il salario minimo. Un tema su cui, argomenta la leader dem, occorre «insistere» perché «lavoro e povero sono due parole che non possono stare nella stessa frase».

Chi è pronto ad agire, ma su un altro fronte, è invece Forza Italia che sta lavorando al pacchetto di emendamenti per correggere in Parlamento il provvedimento sugli extraprofitti delle banche. «Deducibilità. Una tantum. Esclusione delle piccole banche» sono i paletti già fissati dal vicepremier Antonio Tajani, che assicura di non aver ricevuta «alcuna pressione» da parte dei figli di Berlusconi, soprattutto per Mediolanum.

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