Il problema non è il Renzi centrista più amante delle imprese che dei sindacati, prima di tutto la Cgil. Il problema no è Renzi neo-centrista che garda chiaramente a Forza Italia, ossia il partito intorno al quale ruotava il Polo di destra avversario dell’Ulivo di Romano Prodi. Il problema è: che c’entrava Renzi con il Partito Democratico e cosa avevano in testa quelli che lo sostenevano?
«In questi mesi Meloni ha fatto la bella addormentata nel bosco: a svegliarla non sarà un bacio del principe azzurro, ma un foglio Excel della Ragioneria», pronostica l’ex premier Matteo Renzi, leader di Italia Viva, che in un’intervista annuncia formalmente il nome che ha in testa per le Europee: «Useremo il Centro». Iv userà «il Centro per le Europee perché l’Europa si governa al centro. Guardi in Spagna: la differenza la fanno i nostri amici baschi. Lo stesso avverrà per le istituzioni europee: altro che Vox e Le Pen, servirà il centro».
Sulle possibili uscite, Renzi commenta: «Vedremo se chi ha paura della democrazia interna andrà via prima del congresso. Ma arriveranno altri, a breve. Se poi il Centro farà un bel risultato saremo attrattivi per i delusi di ‘Forza Italia’ e per chi nel Pd non può stare con Schlein. La leadership, definiamola così, di Elly è l’opposto del riformismo. La sinistra vince solo se guarda al centro: in America si è vinto con Clinton, Obama e Biden, non con Sanders e Ocasio-Cortez. Nel Regno Unito si è vinto con Blair e si vincerà con Starmer non con Corbyn. Finché il Pd sarà così a sinistra e la destra sarà così sovranista, ci saranno spazi enormi per un nuovo centro», sottolinea.
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