Andrea Abodi, ministro per lo Sport e i Giovani del governo Meloni, ha scatenato polemiche per le sue dichiarazioni sul calciatore omosessuale Jakub Jankto. Chiara Braga, capogruppo del Pd alla Camera dei deputati, ha risposto al ministro su twitter.
«Ma proprio non ce la fanno a trattenersi? Oggi è la volta del ministro Abodi. L’unica ostentazione a cui assistiamo è quella di ministri ottusi e chiusi nel loro oscurantismo anni ’50. Sempre contro chi chiede diritti, libertà, giustizia, soprattutto donne e comunità Lgbtqia+».
Stesso tenore per Ivan Scalfarotto, senatore di Azione-Iv. «Scelte, ostentazioni, eccessi del Pride cose che un ministro di un altro paese avanzato non si sognerebbe nemmeno di pensare, figurarsi dichiararle alla stampa. Ma perché in Italia si deve fare così tanta fatica?».
Riccardo Magi, segretario di +Europa, ha rincarato la dose. «Leggo le dichiarazioni del ministro dello Sport Abodi e capisco perché nello sport esiste ancora tanta tanta omofobia. Jankto ha detto solo di essere una persona Lgbti+. Di quale ostentazione parla Abodi? La verità è che come in altri ambiti della società società, gli sportivi sono molto più avanti dei loro dirigenti, che rappresentano un mondo che non esiste più».
«Anzi, persone come Jankto aiutano altri sportivi, in particolare in un ambiente omofobo come quello del calcio, a fare coming out. Ed è questo il significato dei Pride, anch’essi bollati come ostentazione dal ministro: aiutare le persone a vivere la propria sessualità in maniera gioiosa e non invece, come vorrebbe Abodi, nascondendosi. La vera domanda che dovrebbe porsi il Ministro è perché nello sport così poche persone si sentono libere di dichiarare la propria sessualità rispetto ad altri settori. Si faccia questa domanda e si dia una risposta. Abodi chieda scusa a Jankto e a tutta la comunità LGBTI+».
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