Elly Schlein, tornata dall’inaugurazione del nuovo circolo Pd di Ventotene, era ospite di Agorà su Rai 3. La segretaria democratica ha toccato gli argomenti all’ordine del giorno, partendo dall’audizione di Daniela Santanchè al Senato.
«Le abbiamo chiesto di venire a riferire in Aula. Trovo già grave che venga soltanto al Senato e non anche alla Camera. Non si capisce perché non venga in tutte e due le Camere che ci sono in Italia a rispondere sui fatti gravi che sono emersi. Poi ascolteremo e valuteremo cosa fare».
«Deve riferire su delle cose molto gravi che emergono da inchieste giornalistiche ma anche che abbiamo scoperto noi come Partito democratico. In un’interrogazione abbiamo chiesto conto di un prestito che una di queste società, la Ki Group, avrebbe ricevuto durante il Covid di 2,7 milioni di euro che non sarebbe stato restituito».
«Capite che non ci può essere una ministra che è in qualche modo ha un debito verso lo Stato di quasi 3 milioni. Sono fatti per cui ministri in Italia e in Europa si sarebbero già dimessi», ha aggiunto Schlein.
Elly Schlein ha poi parlato della proposta di legge sul salario minimo.
«Sul salario minimo c’erano quattro proposte delle diverse opposizioni. Abbiamo lavorato perché diventasse una proposta unitaria forte. Il governo non può dire di no, perché volterebbe le spalle a milioni di lavoratori e lavoratrici poveri che non si sentono tutelati».
Le fronde interne al Pd sono all’ordine del giorno. «Ben venga il pluralismo interno nel rispetto del mandato chiaro che io ho ricevuto alle primarie, cioè ricostruire un’identità coerente di questo partito sulla giustizia sociale, sul contrasto alle diseguaglianze, sul lavoro di qualità e sulla lotta all’emergenza climatica. E questo stiamo provando a fare».
«Continuano a esistere sensibilità diverse ed è bene che sia così, perché altrimenti ci si chiude in un partito di tutti uguali, tutti simili. Noi siamo l’unico partito non legato in questo momento ad una leadership personale. E io questo credo che sia un valore. È il motivo per cui mi sono candidata alla segreteria, perché non credo nei partiti personali, non penso che facciano il bene dell’Italia e penso che abbiano una vita breve».
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