Matteo Renzi ha denunciato, in un’intervista a La Repubblica, un uso spropositato di intercettazioni nei confronti di politici e giornalisti. Una sorta di ‘spionaggio’ raccontato da Luigi Bisignani nel libro “I potenti al tempo di Giorgia. In gioco «c’è la tenuta democratica di un Paese, il nostro. Quello che scrive Bisignani è molto chiaro. Ed è l’esito di quello che da mesi gira in certi ambienti. E cioè che vi siano giornalisti o politici intercettati senza le garanzie costituzionali di una indagine ma dai servizi segreti».
Se «questo fosse vero, ci troveremmo di fronte a una cosa di una gravità inaudita. Sarebbe minato alle basi il nostro equilibrio dei poteri che fonda il sistema democratico». Questo, per Renzi, «mette il Governo e l’Autorità delegata, Alfredo Mantovano, davanti a due sole strade possibili: dire che è stata scritta una bugia, smentendo ufficialmente. Oppure venendo immediatamente a spiegare al Copasir cosa è accaduto, da quanto tempo e cosa sta accadendo ora».
Il problema, secondo Renzi, «non è il governo Meloni perché se questa abitudine esiste, sono certo che bisogna andare indietro nel tempo. Io non voglio fare polemica con loro non è un problema di gestione dell’intelligence», ma «il Governo ha il dovere della verità».