Mattarella cita Manzoni per bacchettare razzismo e nazionalismo sovranista
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Mattarella cita Manzoni per bacchettare razzismo e nazionalismo sovranista

Sergio Mattarella è intervenuto a Milano in occasione del 150esimo anniversario della nascita di Alessandro Manzoni.

Mattarella cita Manzoni per bacchettare razzismo e nazionalismo sovranista
Mattarella omaggia Alessandro Manzoni
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22 Maggio 2023 - 18.47


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Parlare di Manzoni per parlare del razzismo sovranista e dei pericoli dei nazionalismi che sono stati alla base della prima e della seconda guerra mondiale, oltre che all’Ucraina.

Sergio Mattarella è intervenuto a Milano in occasione del 150esimo anniversario della nascita di Alessandro Manzoni.

Secondo il Presidente della Repubblica, la Costituzione italiana “sbarra la strada a nefaste concezioni di supremazia basate su razza, su appartenenza, e, in definitiva, sulla sopraffazione, sulla persecuzione, sulla prevalenza del più forte”. Nella visione di Manzoni “è la persona, in quanto figlia di Dio, e non la stirpe, l’appartenenza a un gruppo etnico o a una comunità nazionale, a essere destinataria di diritti universali, di tutela e di protezione“, ha aggiunto il Capo dello Stato.

“Il potere non compiaccia le folle anonime”

 Mattarella ha citato più volte le parole del grandissimo scrittore lombardo. “La Storia della Colonna infame ci ammonisce di quanto siano perniciosi gli umori delle folle anonime, i pregiudizi, gli stereotipi; e di quali rischi si corrano quando i detentori del potere – politico, legislativo o giudiziario – si adoperino per compiacerli a ogni costo, cercando solo un effimero consenso. Un combinato micidiale, che invece di generare giustizia, ordine e prosperità – che è il compito precipuo di chi è chiamato a dirigere – produce tragedie, lutti e rovine”.

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“Manzoni ambiva a un’Italia unita, non agli Staterelli”

 Alessandro Manzoni, ha osservato il Presidente della repubblica, “ricollegandosi alla grande tradizione della poesia civile, di Dante, Petrarca e Foscolo, ambiva a un’Italia unita. Un’Italia che non fosse una mera espressione geografica, un’addizione a freddo di diversi Stati e Staterelli, ma la sintesi alta di un unico popolo, forte e orgoglioso della sua cultura, della storia, della sua lingua, delle sue radici”.

“Invece di guardare i sondaggi, si costruiscano politiche”

 Bisogna riflettere “sulla tendenza delle classi dirigenti ad assecondare la propria base elettorale o di consenso e i suoi mutevoli umori, registrati di giorno in giorno attraverso i sondaggi. Il tutto piuttosto che dedicarsi a costruire politiche di ampio respiro, capaci di resistere agli anni e di definire il futuro. Già nei Promessi Sposi, nei capitoli dedicati alla peste, Manzoni scriveva icasticamente a proposito di questi rischi: il buon senso c’era; ma se ne stava nascosto, per paura del senso comune”.

“Manzoni criticò lucidamente il nazionalismo esasperato”

 Nell’idea manzoniana di libertà, giustizia, eguaglianza e solidarietà “si può scorgere un’anticipazione della visione di fondo della Dichiarazione universale dei diritti dell’Uomo del 1948”, ha affermato ancora il Capo dello Stato. “E dai diritti dell’Uomo la concezione manzoniana si allarga a quella del diritto internazionale e dei rapporti tra gli Stati, dove si ritrova una critica lucida e serrata al nazionalismo esasperato. Perché la moralità, la fraternità e la giustizia devono prevalere sugli odi, sugli egoismi, sulle inutili e controproducenti rivalità”.

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