Sessantasei deputati tedeschi chiedono ai colleghi italiani di «impegnarsi per l’osservanza incondizionata del diritto internazionale» e di intervenire in parlamento sul decreto del governo che si occupa delle ong, domani al voto finale alla Camera. Siamo molto preoccupati . si legge nell’appello, riportato da Sea Watch – per il decreto in merito ai salvataggi civili in mare che è stato promulgato dal Governo italiano in data 2 gennaio 2023 e che dovrebbe ora essere convertito in legge. Il decreto contraddice sia il diritto internazionale del mare, sia le disposizioni internazionali sui diritti dell’uomo, sia il diritto secondario europeo”.
I deputati tedeschi che hanno firmato l’appello, tra cui vi sono numerosi Verdi e molti del Spd, prenmettono che «l’Italia, nel passato, è stata spesso lasciata sola in fatto di politica migratoria, anche dall’Unione europea. Noi ci professiamo favorevoli a una responsabilità comune europea nei confronti delle persone che cercano protezione nell’Unione europea. L’Italia, con la sua posizione ai confini esterni dell’Ue, in mezzo al Mediterraneo, non deve essere lasciata sola ad affrontare questo compito. È necessario fornirle aiuto e provvedere a una ripartizione solidale dei rifugiati nell’Unione europea». Il nuovo decreto, però, impartisce «l’ordine di raggiungere direttamente il porto italiano a loro assegnato subito dopo un salvataggio, anche se contemporaneamente altre persone si trovano in pericolo in mare».
«Questa disposizione – affermano i deputati del Bundestag, tra cui il presidente del gruppo parlamentare italo-tedesco Axl Schafer – riduce notevolmente le capacità di soccorso nel Mediterraneo. Ne consegue che i salvataggi possono essere avvenire soltanto con ritardo o non possono più essere effettuati per nulla. Meno imbarcazioni da salvataggio nella zona Sar non significa tuttavia meno rifugiati, ma soltanto ancora più morti tra i fuggitivi. In tal modo il decreto non concorda né con il diritto vigente che, nell’art. 98 della Convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare, stabilisce l’obbligo di salvataggio, ma neanche con l’obbligo di portare le persone salvate nel più breve tempo possibile in un posto sicuro sulla terraferma, come stabilito nella Convenzione internazionale per la salvaguardia della vita umana in mare».
«Anche il Consiglio d’Europa si mostra preoccupato per il fatto che l’applicazione del decreto limita sproporzionalmente il lavoro delle organizzazioni di salvataggio marino e che l’Italia non rispetta i suoi obblighi umanitari e di diritto internazionale». «Il 15 febbraio 2023 – conclude l’appello – il Parlamento italiano quindi voterà per la conversione o meno del decreto in legge. Ci appelliamo al Parlamento italiano di ricordarsi durante la votazione delle giustificate preoccupazioni sulle conseguenze del decreto per le vite umane in mare».
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