Meloni cavalca ancora il vittimismo: "Prepariamoci a trappole e menzogne"
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Meloni cavalca ancora il vittimismo: "Prepariamoci a trappole e menzogne"

La premier Giorgia Meloni parla all'Auditorium della Conciliazione di Roma e come al solito fa la vittima e rilancia la sindrome dell'accerchiamento

Meloni cavalca ancora il vittimismo: "Prepariamoci a trappole e menzogne"
Giorgia Meloni
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5 Febbraio 2023 - 19.30


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Coma al solito vittimismo e rilancio della sindrome di accerchiamento. Non è una premier, è un concentrato di luoghi comuni reazionari arrivata a palazzo Chigi grazie a una legge elettorale orrenda e alle divisioni dell’opposizione che unite sarebbero state maggioranza.

 Il luogo è lo stesso, il palco pure. Rispetto a 10 anni fa però è cambiato tutto. Nel giorno in cui i leader del centrodestra lanciano la volata di Francesco Rocca alla presidenza della Regione Lazio, Giorgia Meloni ricorda il passato e guarda al futuro.

Dall’Auditorium della Conciliazione di Roma, la presidente del Consiglio riavvolge il nastro della memoria perché «in questa stessa identica sala il 16 dicembre di più di 10 anni nasceva Fratelli d’Italia, un’esperienza che dall’inizio fu raccontata come spacciata. Per tutti avremmo dovuto restare ai margini, eravamo destinati a scomparire, invece non siamo scomparsi e non siamo neanche rimasti ai margini». Dieci anni dopo Fdi è il primo partito italiano, la sua leader è arrivata a Palazzo Chigi, e ha intenzione di restarci.

«Tra cinque anni con questo governo noi saremo ancora qui – assicura la premier -, e tra cinque anni io non guarderò il consenso ma guarderò i dati del Pil. E allora arriverà anche il consenso, che non sarà quello effimero di chi lo ha comprato con provvedimenti facile, ma sarà un consenso vero di chi lo ha costruito con risposte serie».

Meloni sottolinea il percorso dei Fratelli d’Italia, scandito da una parola d’ordine: coraggio. «Abbiamo mantenuto una serie di impegni in questi anni: abbiamo messo in sicurezza la destra italiana, dato vita a destra moderna, capace di guardare avanti e non indietro, riportato il centrodestra al governo. Volevamo dimostrare che si può arrivare ovunque senza abbassare la testa o diventare qualcosa di diverso. E abbiamo fatto anche questo», aggiunge, ammettendo tuttavia che «la sfida più difficile del coraggio arriva oggi che abbiamo la possibilità di rifondare l’Italia senza paura, liberare le sue energie». «Sappiamo che non sarà facile – confessa -, che dovremo batterci contro molte resistenze, schivare mille trappole, sopportare menzogne, colpi bassi, e che dovremo farlo senza mai farci condizionare, senza perdere di vista il nostro obiettivo».

Insomma, per la premier il lavoro dell’esecutivo «è ancora all’inizio e il 2023 deve essere l’anno delle grandi riforme». «Daremo a questa nazione una riforma delle istituzioni che consenta di avere governi scelti dai cittadini e duraturi – annuncia -. Faremo la riforma fiscale, della burocrazia e della giustizia, che garantisca certezza del diritto e della pena».

Nessun riferimento al caso dell’anarchico Alfredo Cospito e al 41 bis, se non quando evidenzia che «lo Stato non deve trattare con la mafia e nemmeno con chi lo minaccia». 

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