La situazione non è semplice ma carica di difficoltà e insidie. Pur tra frequenti marce in avanti ed indietro, il dinamismo della presidente del Consiglio, i suoi spostamenti dalla Libia ai disinvolti approcci con i leader europei, non coprono difficoltà e problemi. Il più grave è emerso con l’intervento del ministro della Giustizia, aggravato dalle preoccupanti indicazioni definite riformatrici riguardo al presidenzialismo e alla riforma delle autonomie.
Se poi si rammenta la singolare e più che stravagante dichiarazione del ministro della Cultura che ha attribuito a Dante la primogenitura della destra, rimaniamo atterriti dal livello a cui può giungere oggi la politica e al grave problema della Rai.
Il ministro in questione arriva infatti da un telegiornale lottizzato del servizio pubblico traslocato direttamente al ministero e sostituito con analogo criterio di colorazione e di orientamento. Senza potere rinunciare a sottolineare almeno un riferimento alle frequenti uscite singolari del nuovo ministro della pubblica Istruzione, senza che forze culturali e politiche, centri di ricerca e università, famiglie ed esperienze significative del volontariato e dell’associazionismo siano in alcun modo coinvolte.
Restano fuori le grandi questioni dell’economia, delle difficoltà delle famiglie e imprese dopo un segnale davvero sconcertante per quanto riguarda la vertenza della benzina. Manca in fondo un orizzonte e una prospettiva di crescita comunitaria che dovrebbe urgentemente sollecitare soprattutto il partito democratico a rendere esplicito un suo progetto di rinnovamento e di cambiamento positivo per l’intera società italiana. A partire ovviamente da chi ha maggior bisogno e urgenza di sostegno e di aiuto con proposte coraggiose ed innovative a cominciare da una ragionevole e chiara riforma del fisco perché tutti in proporzione del proprio reddito possano e debbano partecipare alla crescita equilibrata del paese.
A tal proposito infine le cosiddette riforme istituzionali: resta fondamentale l’iniziativa per una nuova legge elettorale che eviti i limiti e le storture che abbiamo registrato. L’altra grande iniziativa potrebbe essere quella di promuovere una seria regolamentazione dei partiti politici, per assicurare democraticità al loro funzionamento e alla partecipazione dei cittadini, in modo da contribuire finalmente ad affrontare la grave crisi di partecipazione al voto che resta una causa non secondaria della fragilità delle istituzioni e dell’efficacia della stessa opera del governo.
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