Luigi Zanda, ex senatore del Pd, lancia un allarme sulla questione dei democratici, alle prese con le discussioni sulle regole delle primarie. In un’intervista a La Repubblica, Zanda si è detto preoccupato per il futuro del partito.
«Il declino del Pd mi spaventa: è un pericolo per la tenuta dell’intero sistema politico. La Costituente mi sembra sia superata. Dimettendomi credo di avere visto giusto. Non era ragionevole in poche settimane definire il futuro del Pd. Spetterà al nuovo segretario riaprire la questione della missione e della linea politica del partito». Come si schiererà?
«Ho stima di tutti i candidati, che sono iscritti al Pd dalla sua fondazione, eccetto Elly Schlein che ha preso la tessera qualche settimana fa. Sosterrò Gianni Cuperlo, perché penso che abbia la cultura politica, l’equilibrio di giudizio necessari, oltre a una forte curiosità per i tempi nuovi. Penso che Cuperlo conosca bene la malattia di cui soffre il partito, che oggi ha una organizzazione che lo rende ingovernabile. Una Direzione di 250 componenti, una Assemblea di mille delegati non sono veramente in grado di discutere e votano sempre secondo le indicazioni delle correnti. Va riorganizzato tutto, anche la struttura territoriale, partendo dalle regioni e dai circoli».
«Non ci saranno scissioni, perché tutti sanno che le scissioni producono effetti gravi nel partito e disastrosi per chi le fa. Meloni sta cercando di omogeneizzare la destra avendo come perno FdI e lei stessa come leader. Se producesse una destra finalmente democratica e europea, sarebbe una buona notizia. Ma il sistema non funzionerebbe se dall’altra parte, a sinistra, non ci fosse un partito che sappia fare altrettanto».