Il ministro degli Esteri Antonio Tajani, a margine della Conferenza degli Ambasciatori alla Farnesina, ha svariato sui temi più caldi del momento.
Oltre alla Turchia e al Vaticano, un importante ruolo di mediazione nella partita Ucraina «lo può giocare la Cina, che può spingere Putin a più miti consigli. Anche gli Usa hanno un grande ruolo», ha poi aggiunto il ministro, sottolineando che «tutti lavoriamo» per Kiev. In Ucraina «dobbiamo ripristinare lo status quo ante, serve un sostegno unitario dell’Occidente per creare le condizioni per un cessate il fuoco» da cui partire per arrivare alla pace.
«Sono assolutamente convinto dell’importanza di giocare una partita in India, perché è un Paese che nella grande competizione che c’è tra l’Occidente e la Cina non può spostarsi di baricentro. Abbiamo il dovere politico di continuare a interloquire sia economicamente sia politicamente».
Tra le priorità dell’internazionalizzazione c’è «la ricostruzione dell’Ucraina, l’Italia deve essere tra i protagonisti perché Francia e Germania stanno lavorando per esserci». E’ nell’interesse dell’Italia «avere un partner a cui fornire prodotti manifatturieri” nel dopoguerra e quindi “dobbiamo preparare la nostra presenza e garantirci la presenza nel mercato ucraino».
Altra area di priorità sono i Balcani «una realtà dove è fondamentale lavorare. Abbiamo il dovere politico di essere presenti anche a livello imprenditoriale. E poi sono convinto che sia importante giocare la partita in India, un Paese che nella grande competizione globale, non può spostarsi di baricentro».
Sul Qatargate: «Io difendo le istituzioni, le mele marce vanno punite, politicamente si condannano, ma dobbiamo distinguerle dal resto, centinaia di deputati e assistenti che fanno il loro dovere. Io difendo l’istituzione che ho avuto l’onore di presiedere, ci sono persone che si sono vendute per soldi, ma non si può dire che l’istituzione è corrotta, altrimenti si dà in pasto ai populisti le istituzioni che devono rappresentare un punto di riferimento».
Quello che sta succedendo in Iran «è una vergogna inaccettabile», ricordando la vicenda della «ragazza di 14 anni, quasi una bambina» che «è stata violentata ed è morta a causa delle violenze sessuali subite». In risposta alla dura repressione delle proteste in corso in Iran, Tajani ha assicurato: «Appena si sarà insediato il nuovo ambasciatore iraniano lo convocherò».
«Ma accanto alla pressione sui diritti dobbiamo tenere aperta la porta della diplomazia», ha aggiunto il ministro, per evitare «di favorire un escalation nucleare». Quindi: «Linea durissima sul rispetto dei diritti delle persone e sulla difesa delle donne contro le violenze che subiscono quotidianamente anche sessuali», conclude Tajani, ma «spiraglio» sul nucleare.
Argomenti: governo meloni