Giuseppe Valditara, il ministro più contestato di queso assurdo avvio di governo Meloni, è tornato a parlare della sua idea di lavori socialmente utili per i bulli scolastici (una cosa che già esiste, tralaltro, ndr), durante la sua ospitata a “Porta a Porta” intervistato da Bruno Vespa.
“Parlando del bullismo parliamo di qualcosa che ha effetti devastanti, tra cui abbandono scolastico, depressione, demotivazione. Non possiamo rimanere inerti. Io ho proposto lavori socialmente utili, lavoro di pubblica utilità, anche se ci sono difficoltà giuridiche, ma credo che sia un passaggio necessario perché il ragazzo deve concepire che il suo ego ha dei limiti, credo sia fondamentale che un ragazzo lavorando per la collettività si renda conto che è inserito in una dinamica in una dinamica sociale più ampia. Non può’ essere lasciato solo col suo ego ipertrofico”.
“Se sospendiamo un ragazzo lo perdiamo – ha aggiunto il ministro rivolgendosi al presidente di Anp Antonello Giannelli – il ragazzo va aiutato a responsabilizzarsi e ad essere recuperato; va quindi va modificato lo Statuto degli studenti”, ha concluso il ministro.
“Penso di intervenire sulla vicenda dei cellulari in classe con una circolare, vedremo se fare altre iniziative. Già una circolare del ministro Fioroni nel 2007 aveva vietato i cellulari nelle classi, 15 anni fa, autorizzando sanzioni, a cui non sono favorevole, nei confronti di chi li usava in classe. La ministra Fedeli invece approvo’ una sorta di decalogo che liberalizzava i cellulari ma poi non divenne operativa. A parte quando il cellulare sia richiesto, in classe si va per studiare per imparare e concentrarsi, non per chattare. Fondamentale che nelle scuole italiane si predispongano le misure necessarie. E’ fondamentale rispettare quello che è già previsto dal nostro ordinamento: evitare che in classe si faccia altro” ha affermato il ministro, aggiungendo che: “E’ una questione di rispetto. La sfida di ridare autorevolezza ai docenti è fondamentale”.
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