Piantedosi: "In Italia si entra solo legalmente". Ma dimentica che è illegale respingere i naufraghi

Il ministro dell'Interno Piantedosi rilancia la guerra del governo Meloni alle Ong e lancia la linea dura dimenticando che esistono le leggi internazionali

Piantedosi: "In Italia si entra solo legalmente". Ma dimentica che è illegale respingere i naufraghi
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13 Novembre 2022 - 12.58


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Piantedosi fa la faccia feroce. E dimentica che o si cambiano le leggi internazionali (che l’Italia deve rispettare) e allora i naufraghi diventano migranti clandestini da respingere in mezzo al mare, oppure che chi soccorre un naufrago ha diritto ad un porto sicuro dove far sbarcare le persone.

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«Nel nostro Paese si entrerà solo legalmente». Lo avrebbe detto il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi nei suoi incontri al Viminale sulla situazione dei migranti secondo quanto riporta Francesco Storace in un articolo pubblicato oggi su Libero.

«Fermiamo gli sbarchi, ed è meglio anche per i migranti – avrebbe sottolineato il titolare del Viminale – Occorre bloccare le partenze irregolari. Per questo si deve investire sui Paesi del Nord Africa, stroncare il business degli scafisti, rafforzare i canali di ingresso anche ai fini di favorire l’integrazione dei migranti nel tessuto sociale e produttivo. Gli arrivi incontrollati generano invece sentimenti di insicurezza, alimentano marginalità sociali e fenomeni criminali».

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Parlando dei rapporti con la Francia, Piantedosi si dice sicuro – sempre secondo quanto riporta Libero – che «le relazioni con Parigi non subiranno alcun cambiamento o rottura». «Sono tanti, infatti, i dossier su cui sussistono da sempre interessi comuni e i rapporti tra le strutture dei ministeri dell’Interno sono consolidati ed estremamente proficui – sottolinea il ministro – Del resto, l’infrangibilità dei rapporti tra Italia e Francia è dimostrata dal superamento di altre crisi ben peggiori verificatesi nel recente passato. Ad esempio, nella scorsa legislatura, quando ci fu lo storico richiamo dell’ambasciatore francese in Italia». 

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