Il governo Meloni continua il braccio di ferro con l’Europa sul tema dei migranti e, dopo l’incidente diplomatico con la Francia, il ministro della Difesa Guido Crosetto si è rivolto direttamente alla Ue.
«Vogliamo obbligare, forzare, l’Unione europea a non voltarsi dall’altra parte e a prendere una decisione seria, razionale, definitiva che tenga conto delle regole, della realtà, della possibilità concreta di accogliere le persone dandogli una possibilità di integrarsi, senza finire nel baratro dello sfruttamento, della povertà, dell’alienazione». Lo dice il ministro della Difesa Guido Crosetto, in un’intervista in apertura del Messaggero, rivendicando che «l’Italia in questa fase ha dimostrato di saper coniugare il rigore con l’umanità, l’accoglienza dei deboli e con la volontà di ragionare sul problema dell’immigrazione clandestina».
«Far scendere i migranti a terra, infischiandosene di quello che sarà il loro destino – afferma il ministro – non è un modo serio di occuparsi di loro, ma solo una scelta per lavarsi la coscienza senza fare nulla». Il ministro dice di non sapersi spiegare le critiche della Francia, «ma so – aggiunge – che tutti sono bravi a pontificare su ciò che dovrebbe fare l’Italia e bravissimi a non fare nulla per i migranti. Il tema, la Francia e l’Europa lo devono capire, non è più eludibile».
Oggi con Meloni Crosetto vedrà il segretario della Nato Stoltenberg: «Ribadiremo che la nostra linea è quella seguita dal nostro Paese negli ultimi settant’anni, «Roma onorera’ tutte le decisioni che verranno prese assieme ai nostri alleati». «Da giorni – dice – leggo sui giornali notizie su cosa dovremmo inviare in Ucraina, su missili, su sesti decreti. Poi, però, alle sette e trenta del mattino vengo al ministero della Difesa dove non faccio l’usciere ma il ministro e non stiamo preparando un sesto decreto, non stiamo parlando di missili da inviare a Kiev».
Poi aggiunge: «Non escludo che possa esserci in futuro un nuovo provvedimento». Ma per ora «stiamo ultimando la fornitura degli approvvigionamenti militari promessi dal governo precedente, con il sì anche del pacifista Conte».
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