Provenzano: "Lotta alle diseguaglianze e sostenibilità sociale diventino identità del Pd"
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Provenzano: "Lotta alle diseguaglianze e sostenibilità sociale diventino identità del Pd"

Peppe Provenzano, vicesegretario e deputato del Partito democratico parla del prossimo congresso del Pd e spiega quali dovrebbero essere i punti qualificanti

Provenzano: "Lotta alle diseguaglianze e sostenibilità sociale diventino identità del Pd"
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2 Novembre 2022 - 18.07


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Verso il congresso ma per definire l’identià del Pd non solo per eleggere un nuovo segretario che si barcameni senza il coraggio di prendere òosizioni chiare.

«L’opposizione al governo Meloni va fatta con intransigenza e, parallelamente, dobbiamo costruire un’alternativa partendo da noi, dai nostri temi. Dieci anni di governi sostenuti da maggioranze spurie hanno minato la nostra credibilità. Ma lotta alle disuguaglianze, salario minimo, contrasto alla precarietà, un nuovo modello di sviluppo possono restituire, se declinate con convinzione, riconoscibilità, identità al Partito democratico».

Così Peppe Provenzano, vicesegretario e deputato del Partito democratico, in un’intervista a Radio Immagina, la web radio del Pd.


«Dobbiamo essere coerenti e rendere concrete le nostre affermazioni anche per correggere gli errori del passato. Il Pd è nato su una lettura errata del mondo. L’idea ottimistica di una espansione illimitata della democrazia e del benessere. Invece è accaduto il contrario: crisi, pandemia, guerra, disuguaglianze sempre più insopportabili e un modello di sviluppo insostenibile. Oggi siamo di fronte a un bivio, prima dei nomi per la segretaria, prima della conta: aprire un grande cantiere costituente, allargarlo a chi è fuori da noi che abbia come identità e cuore programmatico la lotta alle disuguaglianze e la scelta, senza ambiguità, di un modello di sviluppo fondato sulla sostenibilità ambientale e sociale».

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«Far vincere il lavoro, la dignità del lavoro, chi non ce la fa e far perdere chi si è arricchito con gli extraprofitti, le grandi multinazionali che non pagano le tasse nel nostro Paese, le grandi rendite, chi eredita – senza merito, sia detto per inciso – grandi patrimoni. Un congresso che abbia al centro le idee, la forza delle idee. Le classi dirigenti vanno rinnovate e c’è anche un tema generazionale, ma non ne farei un feticcio. Spesso mi sono trovato d’accordo con chi non era più giovane, ma conservava una grande lucidità e visione. Diciamo che preferisco confrontarmi sulla politica piuttosto che sui certificati di nascita”.

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