Simona Malpezzi, presidente dei senatori del Pd, a Radio Rai ha parlato del nascente governo Meloni e della questione di genere sollevato dalla presidente del Consiglio (o dal presidente, come vuole farsi chiamare la leader di Fdi).
“Giorgia Meloni ha portato nel dibattito un elemento simbolico perché è chiaro che c’è stato un portato molto forte nel vedere alcune immagini: una donna avanti e degli uomini dietro. Questo fa cambiare il quadro. Dall’altra parte, però, il soffitto di cristallo sfondato mantiene ben salde le fondamenta dell’edificio perché la neo premier non ha scardinato un modello maschilista o patriarcale. Meloni riproduce e ribadisce uno schema di potere d’impronta maschile che lei non vuole declinare al femminile”.
“La linguistica ha un’importanza. Meloni può farsi chiamare come vuole, per me è la presidente perché è una donna e perché non ha bisogno di un articolo maschile per dimostrare di aver raggiunto un traguardo che hanno sempre raggiunto gli uomini. L’utilizzo dell’articolo femminile porterebbe il suo valore femminile al governo”, coclude.
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