La retorica e l’incoerenza. Ossia Giorgia Meloni che si fa bella con Borsellino dimenticando che non solo è alleata ma anche voleva come presidente della repubblica Silvio Berlusconi, ossia una persona che – come è scritto chiaramente nei processi – venne a patti con la mafia e che era sodale di Marcello Dell’Utri – eletto senatore – che è stato condannato in via definitiva per reati connessi alla mafia.
Dove sta la coerenza? Ha detto l’ex missina: “La legalità sarà la stella polare dell’azione di governo”.
“Ho iniziato a fare politica a 15 anni, il giorno dopo la strage di Via D’Amelio, nella quale la mafia uccise il giudice Paolo Borsellino, spinta – ha spiegato Meloni – dall’idea che non si potesse rimanere a guardare, che la rabbia e l’indignazione andassero tradotte in impegno civico. Il percorso che mi ha portato oggi a essere Presidente del Consiglio nasce dall’esempio di quell’eroe”, ha sottolineato Meloni citando i cartelli della mostra “A testa alta”, esposti alla Camera, in ricordo proprio dei trent’anni da quella strage.
“Affronteremo il cancro mafioso a testa alta – ha assicurato Meloni -, come ci hanno insegnato i tanti eroi che con il loro coraggio hanno dato l’esempio a tutti gli italiani, rifiutandosi di girare lo sguardo o di scappare, anche quando sapevano che quella tenacia li avrebbe probabilmente condotti alla morte.
Magistrati, politici, agenti di scorta, militari, semplici cittadini, sacerdoti. Giganti come Giovanni Falcone, Francesca Morvillo, Rosario Livatino, Rocco Chinnici, Pio La Torre, Carlo Alberto Dalla Chiesa, Piersanti Mattarella, Emanuela Loi, Libero Grassi, Don Pino Puglisi, e con loro un lunghissimo elenco di uomini e donne che non dimenticheremo. Da questo Governo, criminali e mafiosi non avranno altro che disprezzo e inflessibilità”.
Una come lei Pio La Torre non lo dovrebbe nemmeno nominare. Quanto a Libero Grassi fu ucciso perché si opponeva alle richieste della mafia senza accettare compromessi. Esattamente il contrario di Berlusconi.
Argomenti: governo meloni