Stefano Fassina di Leu, dovrebbe far parte della nuova area progressista di cui tanto si parla in questi giorni, con i problemi identitari che il Pd sta cercando di affrontare dopo la sconfitta elettorale del 25 settembre. In un’intervista a Il Riformista, Fassina ha parlato della situazione dei dem.
“Le richieste di scioglimento del Pd sono naif o strumentali. Ma in un congresso con le `primarie´ per incoronare il/la segretario/a la riforma del partito è manutenzione ordinaria, nel migliore dei casi straordinaria, ma non può essere ricostruzione”.
“Con le primarie, la scelta della linea, non soltanto del leader, è affidata alle constituency elettorali in essere e ai grandi media mainstream. Le analisi del voto per classi sociali indicano che il Pd è il primo partito tra `dirigenti e quadri´ e rappresenta prevalentemente impiegati e professionisti della cultura, classi medie relativamente garantite, attive e in quiescenza. Sono settori preziosi e imprescindibili per l’Alleanza progressista con il M5S guidato da Giuseppe Conte. Ma alla fine del congresso, tali stakeholders incoroneranno la figura nella quale si riconoscono e che porta avanti i loro interessi: forse più giovane e di sesso diverso dagli ultimi segretari, ma in continuità dietro il cambio estetico”, conclude Fassina.