Una piccola e disperata protesta per un voto più democratico e libero
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Una piccola e disperata protesta per un voto più democratico e libero

L’attuale legge elettorale, cosiddetta “Rosatellum”, fu approvata nel 2017 con ben 8 voti di fiducia, da un parlamento che era già stato dichiarato, di fatto, illegittimo dalla sentenza del 4 dicembre 2013 con cui la Corte Costituzionale

Una piccola e disperata protesta per un voto più democratico e libero
Elezioni 2022
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Michele Cecere Modifica articolo

19 Settembre 2022 - 23.35


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Per la quinta volta consecutiva dal 2006, i cittadini italiani sono costretti   ad esprimere in questo anno 2022 il loro sacro diritto di voto attraverso un sistema elettorale mortificante, in quanto non è prevista l’espressione di voti di preferenza, cosicché nei collegi plurinominali, determinato il numero degli eletti che spettano a ciascuna lista, i candidati saranno eletti, nell’ordine fissato al momento della presentazione della lista, ordine stabilito naturalmente dai vertici delle varie forze politiche. Queste ultime relegano pertanto i cittadini italiani al ruolo di sudditi, chiedendogli di mettere una croce sui loro simboli, per poi mandare in parlamento persone che rappresentano, non la volontà del popolo, ma quella dei segretari di partito e delle loro consorterie. Ecco perché è lecito parlare di un Parlamento di “nominati” dai partiti più che di “eletti” dal popolo. 

L’attuale legge elettorale, cosiddetta “Rosatellum”, fu approvata nel 2017 con ben 8 voti di fiducia, da un parlamento che era già stato dichiarato, di fatto, illegittimo dalla sentenza del 4 dicembre 2013 con cui la Corte Costituzionale aveva dichiarato incostituzionale la legge elettorale di Calderoli, in seguito definita “Porcellum”, dopo che lo stesso leghista promotore ebbe a definirla una “porcata”.

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Che si scelga di astenersi o di esercitare comunque l’importante diritto di voto, c’è la possibilità di presentarsi al seggio e di consegnare un reclamo contro la Legge elettorale, al fine di indurre le Commissioni elettorali a chiedere alla Corte Costituzionale di pronunciarsi definitivamente sulla Legge, per poi obbligare il prossimo Parlamento a modificare la legge, restituendo dignità allo strumento democratico del voto e consentendo ai cittadini di scegliere non solo la lista da votare ma anche il candidato. La possibilità di presentare il reclamo al seggio è prevista dal Testo Unico delle leggi per l’elezione della Camera dei Deputati, D.P.R. del 5 febbraio 1948, nello specifico gli articoli 74, 87 e 104.

In rete sono presenti numerosi esemplari di reclami, piuttosto che incrementare quello che certamente risulterà stavolta il primo partito, ovvero quello degli astenuti, converrà forse giocare la carta del reclamo, prima di cominciare, dal 26 settembre una raccolta di firme per una Legge di iniziativa popolare. 

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