La sinistra fa delle donne una bandiera ma la sventola sempre lontana dal Parlamento
Top

La sinistra fa delle donne una bandiera ma la sventola sempre lontana dal Parlamento

Una riflessione da donna si sinistra che parte da Meloni e Carfagna e che arriva dall'altra parte dello schieramento

La sinistra fa delle donne una bandiera ma la sventola sempre lontana dal Parlamento
Preroll

Tiziana Buccico Modifica articolo

11 Agosto 2022 - 21.44


ATF

Mentre l’Italia tra piogge torrenziali e caldo torrido si agita in una campagna elettorale folle e con poco stile. Due donne rimangono fuori dalle polemiche di tradimenti, baci di Giuda, strette di mano fasulle e accordi che Totò avrebbe liquidato con “siamo uomini o caporali” povero Principe de Curtis avrebbe constatato che non c’è nessuna nobiltà di comportamenti nell’agosto preelettorale. 

Ecco che nell’agone che non ha nulla di politico ma è una sorta di massacro da Colosseo con belve feroci e prove di forza con nessuna tattica. Entrano sul palcoscenico della battaglia una veterana della politica dura e pura Giorgia Meloni e una non proprio neofita, ma sicuramente più giovane politicamente come Mara Carfagna, sono quasi coetanee, vengono da mondi opposti, da percorsi diversi, una bruna l’altra bionda. 

Due donne che mi piace dire ce la hanno fatta, contro tutti e tutti, abbattendo pregiudizi e tanti pettegolezzi. Due donne su cui probabilmente non tutti avrebbero scommesso ed invece eccole pronte a diventare due antagoniste coerenti e senza paura. Se dovessi esprimere la mia opinione personale non le voterei mai perché non sono liberale e non sono di destra, per adesso osservo e credo che forse potrebbero essere il futuro e devo dire che non posso che dire ad entrambe “brave”. 

Giorgia Meloni ha fatto la gavetta, ha dimostrato coerenza, forza, coraggio e determinazione, studia e si gioca una partita da finale ci Coppa del mondo, l’onere della strategia è suo, se perderà (ma purtroppo non credo) sarà tutta colpa sua e proveranno a cancellarla ma non ci riusciranno perché la vita le ha insegnato a resistere, se vincerà (come appare evidente ma io spero che i sondaggi sbaglino) sarà la prima donna Presidente del Consiglio, in aggiunta di destra e davvero giovane. 

Leggi anche:  Regionali: in Emilia-Romagna la sinistra sfonda mentre in Umbria c'è un testa a testa

La Carfagna è oggettivamente una scoperta ogni volta che la ascolto, è una donna di gran classe, misurata, bella e questo non è poco e non va taciuto, e soprattutto deve aver lavorato tantissimo, persino sul suo accento (io sono napoletana e conosco l’inflessione), insomma immensa ammirazione per una persona che ha tirato dritto, che non ha mai creduto alle dicerie e che ha investito su se stessa. Saranno loro due, il futuro di questa Italia?

 Saranno due donne a dire e dimostrare che si può avere un Pink Power che non sia solo show e social media? La Carfagna nel faccia a faccia con Telese, l’altra sera, ha parlato di stile, mi sono sciolta qualcuno ricorda cosa è lo stile, per di più in politica? Evidentemente la Carfagna poco truccata con una semplice camicetta e un parlare pacato ne ha di stile. 

La Meloni forse urla troppo ma rende, forse non può competere con lo stile della Carfagna ma ha un piglio da invidia, un inglese e uno spagnolo fluente e crede in ciò che dice, sa che la partita che sta giocando è un’occasione unica e rara e che deve fare in modo che nessuno intralci la sua ascesa. 

Abbiamo avuto grandi donne che hanno fatto la storia della politica italiana e del progresso il mio pensiero va ad una persona che ammiro e a cui voglio un gran bene come Emma Bonino, amo molto il lavoro di Giovanna Melandri, nella mia storia socialista non posso dimenticare Alma Cappiello, la Boniver, la Marinucci, imprenditrici come Marisa Belisario e molte altre donne che hanno reso l’Italia una repubblica democratica. Forse le donne potrebbero finalmente non essere una quota, una percentuale, una riserva di caccia ma la c’era alternativa ad un paese che è  in crisi, un paese che crede in un salvatore invece che nel primato della politica, un paese che crede che l’agenda Draghi sia la Costituzione. E devo dire con ironica soddisfazione mi piacerebbe vedere la Carfagna diventare leader dello schieramento di pseudo centro di Calenda e Renzi, per il momento in mano a due personaggi egocentrici, poco attendibili e affidabili ma sicuramente scaltri.

Leggi anche:  Regionali: in Emilia-Romagna la sinistra sfonda mentre in Umbria c'è un testa a testa

Forse un confronto alla americana tra Carfagna e Meloni, scritte in ordine alfabetico per essere corretta, potrebbe essere la vera novità di questa campagna elettorale noiosa, stantia, aggressiva e assolutamente vuota. Hanno entrambe un’attitudine a non farsi condizionare, Giorgia più alla lotta mentre Mara più alla resistenza. 

Gli algoritmi che ci governano con loro cambierebbero e forse cambierebbe anche la dialettica e la strategia. Nei paesi dell’Europa del Nord le donne sono più facilmente al comando e per certi versi hanno cambiato tempi e modi della politica e del dibattito tra maggioranza e opposizione, una serie Netflix come “Borgen” ne descrive molto bene le dinamiche. Forse non ci sarà più bisogno di rivendicare diritti e per le donne capaci e meritevoli ci saranno spazi adeguati senza ricorrere a lamentele, richieste e proteste. Giorgia e Mara sapranno essere due fari in questa nebbia densa ma inconsistente? Sapranno cogliere l’occasione di rimettere la politica al centro del futuro di questo Paese? Sapranno andare oltre le agende e le beghe ed avere una visione? Mi auguro che sappiamo scegliere senza distinzioni in base ai meriti e alle competenze la squadra, ma sempre alla ricerca della mia identità socialista vorrei che anche a sinistra una stella splendesse, proprio in quello schieramento che oggi fatica a dare un’identità priva di rivendicazioni al mondo delle donne. 

Leggi anche:  Regionali: in Emilia-Romagna la sinistra sfonda mentre in Umbria c'è un testa a testa

Lo dico con profondo dispiacere, alla luce delle battaglie civili ed umane che conducono donne come la Bonino e molte altre, dove sono le donne riformiste, democratiche? Diamo un taglio agli annunci quando occorre cambiare i capigruppo alla Camera e al Senato quando ci accorgiamo che il numero delle donne è esiguo, e smettiamola di candidare a Presidente della Repubblica donne autorevoli che poi bruciamo, smettiamola noi di sinistra di fare delle donne una bandiera che però serve solo a sventolare il più lontano possibile dal Parlamento e se è il merito e le capacità che mancano poniamoci domande serie e concrete. 

In bocca al lupo a tutte le donne candidate e in bocca al lupo a tutti i candidati di qualsiasi genere e convinzione, siate seri per favore ricordatevi che l’Italia è un gioiello e che custodisce in sé antiche civiltà e grande umanità.

“Date alle donne occasioni adeguate ed esse e saranno capaci di tutto” e non sbaglia ami Oscar Wilde!!

Native

Articoli correlati