Il Governo ha a che fare con la fiducia sul Dl aiuti, le posizioni tra le varie anime sono piuttosto distanti, tanto che l’Esecutivo ha dovuto riaggiornare la riunione che dovrà decidere sui 23 miliardi di aiuti per famiglie e imprese.
Il M5S, riportano alcune fonti, avrebbe puntato i piedi per evitare la fiducia, chiedendo con forza una norma sul superbonus che sollevi dalle responsabilità l’ultimo titolare del credito, con l’obiettivo di oliare un meccanismo che sembra essersi inceppato. Pd e Leu chiedono che, in caso di mancata fiducia, il governo dia garanzie su alcuni temi sensibili contenuti nel decreto.
La Lega spinge per la fiducia, “sarebbe un precedente grave non porla, perché con noi certe attenzioni non ci sono mai state, quindi si aprirebbe un problema politico”, il ragionamento consegnato al ministro con i Rapporti con il Parlamento Federico D’Incà, chiamato a gestire una partita difficile, tanto più indossando la ‘casacca’ del M5S.
Ma c’è chi, nei Palazzi romani, è pronto a scommettere che la Lega sarebbe disposta a chiudere un occhio sulla fiducia al dl aiuti pur di veder slittare il testo sullo ius scholae, un rinvio che sarebbe tuttavia irricevibile per i dem e Leu. Una situazione complessa e sintomatica del travaglio che sta vivendo il governo, alle prese con le fibrillazioni delle forze di maggioranza. Tanto più alla vigilia dell’incontro chiarificatore tra il premier Mario Draghi e il leader M5S Giuseppe Conte.
La questione è ancora da dirimere, ma per ora, a Palazzo Chigi, sarebbero orientati a venire incontro alla richiesta del M5S, nonostante la contrarietà delle altre forze politiche. L’auspicio, nel governo, è che la discussione sia rapida, “ovviamente garantendo che il testo venga approvato nei tempi”, la deadline è il 16 luglio, “anche perché c’è tanta gente che attende le risorse stanziate dal decreto”. Gli altri gruppi, però, sono pronti a dare battaglia, in particolare Lega, Fi e Ipf, i neo gruppi capitanati da Luigi Di Maio.