Un disperato che crca in maniera goffa di risalire la china: Matteo Salvini chiede unità al suo partito sulla linea da tenere rispetto all’azione del governo. E fissa, nella prima riunione coi dirigenti dopo le Comunali, le condizioni `sine qua non´ del sostegno della Lega a Mario Draghi. In primo luogo, il segretario leghista chiede un provvedimento di `pace fiscale´ che porti alla rottamazione delle cartelle di Equitalia e un compromesso accettabile sulle pensioni a fine anno che non porti al ritorno della legge Fornero; e, infine, vuole il via libera alla legge quadro sull’autonomia differenziata.
Assenti Luca Zaia e Massimiliano Fedriga – bloccato in Veneto il primo per la tragedia sulla Marmolada, impegnato in una missione istituzionale negli Stati Uniti – alla riunione hanno parlato i vice segretari e i ministri. La prima a intervenire, tra questi ultimi, è stata Erika Stefani.
La ministra veneta ha esordito confermando la compattezza del partito attorno al segretario, il mandato dei ministri «è nelle sue mani’, ha scandito. «La Lega è la Lega. Ha le sue idee in qualsiasi luogo dove opera, che sia in Parlamento, al governo o ai governi regionali, giustamente porta avanti la sua linea, e quindi è giusto che anche all’interno del governo facciamo sentire la nostra voce», ha detto, in chiaro ai giornalisti, al termine dell’incontro Giancarlo Giorgetti.
«Qui ci sono i due capigruppo, io faccio parte del governo. Sono loro che decidono se io resto nel governo. Lo decidono loro, non io. Come dice la Costituzione della Repubblica italiana, è il Parlamento che dà la fiducia al governo, non è il governo che dà la fiducia a se stesso», ha poi aggiunto il vice segretario, mostrandosi in modalità ancora più `low profile´ del solito. Salvini – viene riferito – vuole caricare di significato l’appuntamento identitario di Pontida e ottenere risultati su tre fronti prioritari da presentare al suo elettorato in vista delle Politiche del 2023. Sul fronte parlamentare, infine, il segretario confida nella moral suasion di Draghi su Pd e M5s. Per la Lega restano difficilmente digeribili i due provvedimenti bandiera della sinistra su ius scholae e cannabis. Occorre trovare una soluzione di maggioranza, a suo avviso.
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