Simone Pillon sarà uno dei relatori della legge sul suicidio assistito: Pillon è stato nominato per conto delle commissioni Giustizia e Sanità insieme a Caterina Biti (Pd), Alessandra Maiorino (M5S), Mariella Rizzotti (Forza Italia). Una scelta che è vista come una provocazione della destra, data la nota opposizione di Pillon ai diritti civili delle minoranze.
Il testo della legge che arriva al Senato è già stato approvato alla Camera lo scorso 11 marzo: la proposta di legge si basa sulla sentenza della Corte Costituzionale del 2019 sul caso Cappato-Antoniani e prevede che a fare richiesta di morte volontaria medicalmente assistita sia una persona maggiorenne affetta da una patologia irreversibile e con “prognosi infausta” o che sia portatrice di una condizione clinica irreversibile.
Le condizioni della persona evono causare sofferenze fisiche e psicologiche intollerabili attestate dal medico curante. È necessario inoltre che oltre ad essere capace di prendere decisioni libere, la persona sia tenuta in vita da “trattamenti di sostegno vitale”, per i quali si intende sia l’essere tenuta in vita da un macchinario, ma anche solo da una terapia farmacologica. Il testo prevede anche che chiunque abbia agevolato il malato nell’esecuzione della procedura non sia punibile per i reati di istigazione o aiuto al suicidio e di omissione di soccorso.