Il Pierluigi nazionale parla con ironia dei nuovi putiniani. «A me risulta che a destra uno scambiava baldacchini e piumoni, un altro diceva che Putin incarnava i valori cristiani, un altro scambiava due Mattarella per un Putin, cose che non hanno fatto i 5 Stelle. Nessuno nega che ci sia stata un’aggressione. C’è stata una differenza sul dare o no armi per aiutare la resistenza ucraina. Adesso ci dobbiamo chiedere: perché diamo quell’aiuto? Perché un’Ucraina in piedi possa trattare un cessate il fuoco e un compromesso, non per una guerra sine die».
Così Pierluigi Bersani, deputato di Articolo Uno, a «Mezz’ora in più» su Rai3.
Unità a sinistra
“Noi non andiamo certo da un’altra parte, nelle condizioni date con la nostra dignità e con la nostra identità vedremo nel campo progressista un’intesa elettorale. Se invece, come vogliamo, come è necessario, e noi lavoriamo per questo, si aprisse lo spazio di una novità politica, noi siamo pronti, siamo desiderosi di valutarla e prenderemo una strada nuova, ma con un punto di vista e con un collettivo”.
“Tutti i giorni -ha ricordato l’ex leader Dem- i giornalisti per un anno e mezzo mi hanno detto: entrate nel Pd, entrate nel Pd? Io gli dico, ma ci vogliono? Siccome credo di conoscere Enrico abbastanza bene, ho visto che ieri ha espresso la volontà di fare un passo avanti, su questo non ho dubbi. Naturalmente c’è da lavorarci, chi viene dai territori sa come siano le situazioni, lavorarci vuol dire applicarsi, non scantonare, se questa è una prospettiva che interessa”.
No alla critica a Conte
“Per primi, quando era un’eresia, abbiamo proposto questo campo progressista fatto di una sinistra plurale ricomposta e del Movimento 5 stelle, questa strada ha preso forza, ma a sufficienza? Credo di no, noi -ha concluso Bersani– ci applichiamo con testardaggine, altri dicono che ci vuole ma non si applicano abbastanza”.
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