Covid, Conte chiarisce: "L'aiuto di Putin durante la pandemia era sotto il nostro controllo militare"

L'ex premier Giuseppe Conte ha precisato i contorni dell'aiuto russo all'Italia durante l'emergenza pandemica: "Non c'è alcun elemento per pensare che la loro attività e assistenza abbia travalicato i confini sanitari"

Covid, Conte chiarisce: "L'aiuto di Putin durante la pandemia era sotto il nostro controllo militare"
Giuseppe Conte
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22 Marzo 2022 - 10.35


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L’ex premier Giuseppe Conte ritorna sulla questione del sostegno russo all’Italia nei giorni della massima emergenza pandemica. In quei giorni, ha spiegato Conte, “ebbi colloqui con i leader di tutto il mondo che mi cercarono per manifestare solidarietà per quello che stava accadendo in Italia e per aiutarci. Tra questi anche Putin che si offrì di mandare personale specializzato. Mi disse che loro avevano maturato grande esperienza su come affrontare le pandemia perché avevano avuto la Sars. Noi eravamo in grandissima difficoltà. Non avevamo mascherine, non avevamo ventilatori. I nostri esperti non avevano neppure un protocollo di azione e non avevamo neppure sequenziato il virus. Ogni aiuto era ben accetto”. Queste le dichiarazioni di Giuseppe Conte in un’intervista al Corriere della Sera, al tempo presidente del Consiglio e oggi leader del Movimento 5 Stelle.

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Conte spiega di averne parlato “con il ministro della Difesa Guerini e degli Esteri Di Maio, ma anche con altri ministri. Putin mi disse che la squadra era autosufficiente. Posso assicurare che tutto si è svolto con il nostro controllo militare”.

Conte aggiunge: “I direttori delle agenzie di intelligence Aise e Aisi hanno assicurato che non c’è mai stata attività impropria che ha travalicato dai confini sanitari – sottolinea – Lo hanno riferito anche di fronte al Copasir specificando che l’attività dei russi si è svolta nei limiti e nelle forme che sono poi state concordate con le autorità sanitarie. Le insinuazioni, i dubbi e le perplessità mi sembrano assolutamente fuori luogo”.

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L’ex premier evidenzia che “non c’è alcun elemento per pensare che la loro attività e assistenza abbia travalicato i confini sanitari. Lo ripeto, i militari li hanno sempre affiancati. I riscontri che ho ricevuto sono stati di apprezzamento. Voler rileggere in modo strumentale e senza elementi concreti quello che accadde due anni fa alla luce del conflitto attuale mi sembra fuorviante”.

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