Alleati ma soprattutto attenti ai propri affari, La bocciatura della riforma per l’elezione diretta del Capo dello Stato avvenuta oggi in commissiona Affari Costituzionali della Camera, segnala che “nel centrodestra c’è un problema”.
Lo dice Giorgia Meloni, presidente di Fratelli d’Italia e prima firmataria della proposta affossata, che attacca Lega e Forza Italia per l’assenza – decisiva – di due loro parlamentari al momento del voto in commissione: “Io non so se questa proposta non sia passata per supercialità di alcuni, o per scelta politica. So che i partiti se hanno dei parlamentari che non possono andare quel giorni in commissione a votare li possono tranquillamente sostituire. Non so quale sia il problema per cui questa proposta, che è una proposta storica del centrodestra, che sicuramente ha la maggioranza del consenso dei cittadini, non è passata. Non so quale sia il problema ma so che c’è un problema”, dice in un video pubblicato sui social.
Video che inizia con il ricordo di quello che Meloni definisce lo “spettacolo ridicolo del Parlamento che stava lì una settimana a tentare di votare il nuovo Capo dello Stato per poi rieleggere dopo una settimana lo stesso Capo dello Stato uscente che tutti avevano detto di non voler rieleggere”. E col ricordo di “quanti in quei giorni hanno detto quanto sarebbe stato bello che a eleggere il Parlamento fossero stati direttamente gli italiani, non il Parlamento con questi giochi di palazzo. Bene – prosegue Meloni ricostruendo la vicenda – la proposta per l’elezione diretta arriva oggi in Commissione Affari Costituzionali della Camera, è ovviamente una proposta di FdI a prima firma Meloni, giace in Parlamento da qualche anno, e nella proposta di FdI non c’è solo l’elezione diretta del Capo dello Stato ma c’è anche un sistema semipresidenzialista alla francese, cioè un sistema nel quale c’è anche un rapporto diretto tra i cittadini e il Capo dello Stato che nomina il governo e quindi è la fine dei giochi di palazzo, è la fine dei governi che passano sulla testa dei cittadini, è l’inizio di una fase nella quale il governo risponde direttamente agli italiani, c’è stabilità e il trasformismo di fatto non è più consentito”.
E però, prosegue Meloni, “la proposta in Commissione non passa. E non passa con i voti del Pd, ovviamente, che se ci fosse una elezione diretta del Capo dello Stato e un sistema semipresidenziale di fatto non sarebbe più al governo come fa da 10 anni senza avere i voti dei cittadini; non passa grazie ai voti del M5s che doveva aprire il palazzo come una scatoletta di tonno ma poi si è bene adeguato ai meccanismi della transumanza parlamentare; non passa grazie alla astensione di Iv nonostante Matteo Renzi vi avesse detto più di tutti quanto fosse importante l’elezione diretta del Capo dello Stato; non passa nonostante il voto del centrodestra a favore della proposta. Con un problema: la proposta non passa per due voti. Perdiamo 21 a 19, e in Commissione mancano due parlamentari di centrodestra, uno della Lega e uno di Forza Italia. Io non so se questa proposta non sia passata per supercialità di alcuni, o per scelta politica. So che i partiti se hanno dei parlamentari che non possono andare quel giorni in commissione a votare li possono tranquillamente sostituire. Non so quale sia il problema per cui questa proposta, che è una proposta storica del centrodestra, che sicuramente ha la maggioranza del consenso dei cittadini, non è passata. Non so quale sia il problema ma so che c’è un problema”.
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