Quando De Gregorio confessò: "Così ebbi tre milioni di euro da Berlusconi per tradire Prodi e passare nel centro-destra"
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Quando De Gregorio confessò: "Così ebbi tre milioni di euro da Berlusconi per tradire Prodi e passare nel centro-destra"

Il senatore eletto con il centro sinistra passò dall'altra parte. Poi pentito ha scritto: "Perverso cedere ai 'desiderata' di un vecchio miliardario assetato di potere e di impunità"

Quando De Gregorio confessò: "Così ebbi tre milioni di euro da Berlusconi per tradire Prodi e passare nel centro-destra"
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1 Gennaio 2022 - 18.33


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Oggi che Berlusconi si traveste da padre della patria e sta cercando in Parlamento i voti che gli mancano per superare la soglia del 50% non può che tornare in mente la storia del senatore De Gregorio.

L’allora senatore eletto con Italia dei Valori nella coalizione di centro-sinistra, finito sotto inchiesta, aveva ammesso davanti ai pm di essere stato pagato da Berlusconi con tre milioni di euro (di cui due in nero) per passare da IdV al centrodestra, minando così la già debole maggioranza dell’Esecutivo a Palazzo Madama.


Successivamente, dopo i guai giudiziari, De Gregorio scritte una lettera a Prodi per chiedere perdono delle sue malefatte.

“Da Presidente della commissione Difesa, fra il 2006 ed il 2008, ho messo in atto comportamenti ed azioni politiche che avevano, sì, attinenza con la logica dello scontro politico, ma che nel mio caso erano completamente “manovrate” da un “suggeritore” cui avevo affidato il mio attivismo e le mie capacità personali e professionali”, ha scritto De Gregorio.

 “Quel “suggeritore”, Silvio Berlusconi, con cui a quel tempo coltivavo un rapporto intenso, rafforzato da una sorta di sentimento di emulazione che obnubilava i miei comportamenti, si è rivelato negli anni incapace di coltivare i principi di amicizia sincera e di solidarietà personale che erano alla radice del nostro esserci ritrovati”.

 Per De Gregorio «”u un colossale errore non rispettare la volontà degli elettori che mi avevano indicato, quale loro rappresentante, al seggio di Palazzo Madama”. 

Da qui, la decisione di chiedere perdono e di raccogliere «le mie riflessioni su quei fatti in un volume, dal titolo certamente ironico, “Operazione Libertà”» per raccontare ai lettori quanto “sia perverso cedere la libertà della propria coscienza ai ‘desiderata’ di un vecchio miliardario assetato di potere e di impunità”.

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