La Cassazione assolve due migranti e sconfessa la (disumana) 'dottrina' Salvini sui porti chiusi
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La Cassazione assolve due migranti e sconfessa la (disumana) 'dottrina' Salvini sui porti chiusi

La Corte di Cassazione ha definitivamente assolto i due migranti che il 10 luglio 2018, dopo essere stati salvati dal naufragio e imbarcati sulla nave Vos Thalassa, si opponevano al loro immediato respingimento attraverso la riconduzione in Libia

Matteo Salvini
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18 Dicembre 2021 - 12.47


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Bene. Esiste chi usa i suoi poteri per fare propaganda sulla pelle dei poveri cristi e c’è ancora uno stato di diritto con leggi che devono essere conformi alla Costituzione. Quindi rispetto dei diritti e nessuno spazio per la disumanità

“La Corte di Cassazione ha definitivamente assolto i due migranti che il 10 luglio 2018, dopo essere stati salvati dal naufragio e imbarcati sulla nave Vos Thalassa, si opponevano al loro immediato respingimento attraverso la riconduzione in Libia. La Cassazione ha ritenuto che la loro resistenza ad un rimpatrio illegittimo non è punibile, con ciò sconfessando la dottrina dei ‘porti chiusi’ adottata dal ministro degli interni dell’epoca, Matteo Salvini”.

Lo sottolineano i magistrati di Area democratica per la giustizia, commentando la decisione della Suprema Corte che ha riformato la sentenza con cui la Corte d’appello di Palermo aveva condannato per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, violenza e resistenza aggravata a pubblico ufficiale due naufraghi che si erano opposti al rimpatrio in Libia a bordo del mezzo che li aveva soccorsi.

“Già al momento dei fatti avevamo ritenuto che tale strategia, fondata sulla mancata indicazione del porto sicuro utile per lo sbarco dei migranti salvati in mare, oltre ad essere inumana era anche adottata in violazione della Costituzione delle leggi e dei trattati internazionali”, ricorda il gruppo, esprimendo l’auspicio che “attraverso la conferma e il rafforzamento dell’orientamento giurisprudenziale affermato oggi, queste pratiche non vengano mai più riproposte e si acceda invece ad una nuova stagione nella quale i diritti umani non vengano riconosciuti solo ai superstiti dell’immane tragedia migratoria che stiamo vivendo”.

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