Quando Salvini faceva lo sbruffone: "Mai Green Pass per entrare nei bar". Ma la Lega ha votato per la stretta

Non solo: i principali sostenitori della stretta sul Super Green Pass sono stati proprio i governatori di regione leghisti

Quando Salvini faceva lo sbruffone: "Mai Green Pass per entrare nei bar". Ma la Lega ha votato per la stretta
Matteo Salvini
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25 Novembre 2021 - 15.39


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“Vaccino, tampone o Green Pass per entrare in bar e ristoranti? Non scherziamo”. 

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E invece, Matteo Salvini (autore di questo tweet risalente allo scorso 15 luglio) ha dovuto mettersi la coda tra le gambe. Zitto e buono, sperando di passare inosservato. Un po’ inutile, dati gli strepiti cui ci ha abituato. E quest’estate, come quella prima, Salvini strepitava più forte di tutti: andava a cena con i membri della protesta #IoApro, stava a fianco di chi esprimeva dubbi sui vaccini. E si opponeva al Green Pass con i soliti toni accesi, per usare un eufemismo.

Il tweet di Salvini

Peccato che a fare la voce grossa siano stati i suoi governatori. I principali sostenitori del nuovo decreto varato all’unanimità dal Consiglio dei Ministri sul ‘Super Green Pass’ sono stati proprio il lombardo Fontana, il veneto Zaia e il friulano Fedriga. Tutti leghisti. E quindi non solo il Green Pass sarà obbligatorio per entrare in bar e ristoranti, ma praticamente dappertutto. E adesso, Salvini non avrà più possibilità di esprimere anche solo una parola di difesa nei confronti di chi, immancabilmente, griderà alla deriva autoritaria: perché della presunta deriva è stato coautore. 

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Insieme ai governatori, peraltro, c’era la spina nel fianco del Capitano leghista: Giancarlo Giorgetti, Ministro dello sviluppo economico e vicesegretario della Lega, che molti indicano come il nemico interno di Salvini alla Lega. Nonostante Giorgetti neghi vigorosamente, è chiaro che nella Lega esistono due linee: quella caciarona di Salvini e quella moderata del Ministro Giorgetti. E sul Green Pass ha prevalso la seconda, anche perché incontra molto di più il favore di Mario Draghi, che in questi mesi ha sfruttato l’area ‘moderata’ (parola sempre da usare con le pinze, quando parliamo della Lega. Zaia, va ricordato, dal palco di Roma della manifestazione del centro-destra a San Giovanni aveva invocato ‘più manganelli per i poliziotti’) per portare avanti misure che alla destra non piacevano, ma che si è trovata costretta ad accettare, da un lato per l’incremento dei contagi, dall’altro perché ulteriori strette più severe, come un lockdown, sarebbero state disastrose per un paese che solo ora sta cominciando a riprendersi. 

Salvini, dice La Stampa, ieri durante il Consiglio dei Ministri, era a Madrid. Stava seguendo la partita del Milan contro l’Atletico. Nel mentre a Roma si consumava la sua – ennesima – sconfitta politica. E a fare opposizione al Governo è rimasta solo Giorgia Meloni.

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