Rosy Bindi: "Bisogna aprire una fase di ricostruzione della sinistra ma niente patti di potere"
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Rosy Bindi: "Bisogna aprire una fase di ricostruzione della sinistra ma niente patti di potere"

L'ex ministra nei governi Prodi e D'Alema: "Serve più coraggio, una fase costituente e una forza inclusiva che non può essere il Pd"

Rosy Bindi e Bersani
Rosy Bindi e Bersani
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5 Novembre 2021 - 17.54


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Parole di autentica passione politica.

 “Dalla vicenda del ddl Zan va tratta un’unica lezione: non si fanno le ammucchiate, bisogna aprire una fase di ricostruzione della sinistra. Ma attenti a parlare di Ulivo e ritrovarsi nell’Unione”.

Rosy Bindi, ex presidente dell’Antimafia e deputata del Pd, ministra nei governi Prodi e D’Alema, in una intervista a tutto campo su L’Espresso in edicola domenica 7 novembre, disegna il presente e il futuro del centrosinistra, ben oltre le Agorà lettiane “che sembrano solo consultazioni”.

Mentre serve “più coraggio”, “una fase costituente” e una “forza inclusiva” che “non può essere il Pd”: “Non ha dentro l’innovazione, non si apre. È un patto di potere”. Come a Roma:

“Gualtieri è una bravissima persona”, ma “è l’unica cosa con cui sono d’accordo con Calenda, quando non voleva accordi col Pd di Bettini, Astorre e Mancini”. Zingaretti? “Vinse il congresso grazie a quelli che fino al giorno prima avevano appoggiato Renzi”. Franceschini? “È come quella pubblicità: dove c’è Barilla c’è casa, dove c’è maggioranza c’è Dario”.

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