Parole che sanno di vittimismo e di omissione: come quella di ricordare che è stato lui, con la sua linea iper-liberista e l’avventura del referendum ad aver portato alle politiche il Pd al minimo storico mentre i grillini volavano.
Ma l’ex rottamatore ora semi-rottamato di auto-critiche serie non ne ha mai fatte ed in effetti, dopo aver promesso che avrebbe lasciato la politica, sta ancora a dare lezioni.
Matteo Renzi conversando con il direttore del Tg2 Gennaro Sangiuliano ieri sera a Ferrara durante la presentazione di “Controcorrente” ha infatti detto.
“La sinistra italiana è tante cose, anche quella del 2014 quando abbiamo preso il 40,8% , un risultato raggiunto solo nel 1958 da Fanfani. Abbiamo allargato la sinistra, solo che il giorno dopo quelli della ‘ditta’ hanno cominciato ad avvelenare i pozzi. Hanno preferito perdere quel tesoretto pur di riprendersi la guida del partito. Quando siamo stati credibili e vincenti ci ha ucciso il fuoco amico”.
“Oggi che cosa è la sinistra – ha aggiunto Renzi – Sono i 5s contro gli aeroporti e le infrastrutture? La sinistra è essere per la decrescita felice? Essere per lo Zan senza volerlo approvare? Siamo noi ad aver portato a casa la legge sulle unioni civili mentre la sinistra magnificava i dico e i pacs. Per me sinistra è riformismo: quelli che vedono la sinistra come un abbraccio con i 5s la stanno ghettizzando. Sono stato il segretario del Pd , non sono cambiato io, sono loro che sono andati dietro ai grillini. Il Pd dovrebbe sapere che li abbiamo salvati dall’abbraccio mortale coi 5s. Grazie al nostro lavoro il Pd può giocarsi le sue carte senza subire più l’incantesimo di Conte. Lo spazio politico in mezzo ai due populismi sarà quello che avrà il compito di preservare il Paese dai sovranisti nel 2023. Avendo chiaro che un leader non è quello che ti da sempre ragione perché non è un follower, è uno che indica una strada”.
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