L'appello di Liliana Segre: "Penso ai profughi afghani che sperano in noi, non possiamo abbandonarli"
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L'appello di Liliana Segre: "Penso ai profughi afghani che sperano in noi, non possiamo abbandonarli"

La senatrice a vita ripercorre la sua storia paragonandola ai giorni nostri: "Per agire al meglio dobbiamo farlo non solo come Italia ma come Europa”.

Liliana Segre
Liliana Segre
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2 Settembre 2021 - 11.10


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Quella di Liliana Segre è stata una storia di sofferenza, e in pochi meglio di lei possono capire il dramma vissuto oggi dai profughi afghani in fuga dal loro paese.

Nelle parole della senatrice a vita c’è presente, passato e futuro: un parallelismo che Liliana Segre riesce a fare tra la sua storia personale e quello che sta accadendo in queste settimane a Kabul.

Nel suo ricordo ci sono tutti quei frame che in questi giorni abbiamo visto.

L’Europa, come spiega Segre, è un continente piccolo, diviso e su cui contare. Forse un po’ confusionario in questo momento, però deve rispettare il suo ruolo di riferimento per i dirimpettai.

La situazione del sud est asiatico e la chiusura di alcuni corridoi fondamentali per il passaggio dei fuggiaschi afghani è il segnale di un continente impaurito. Diviso dal suo interno.

E’ chiaro, mai come oggi, che il potenziale esodo scatenato dall’avvento dei talebani spaventa un continente che da anni lotta per aprire le frontiere ma con criterio. Annoso dilemma.

“Penso però alle studentesse e alle ragazze afghane, agli intellettuali in fuga, ai traduttori, ai poliziotti, a tutti quelli che hanno creduto nell’Occidente e ora sperano in noi – scrive Segre -. Sono “elite”, sono il futuro del loro Paese, e non dobbiamo abbandonarli. E per agire al meglio dobbiamo farlo non solo come Italia ma come Europa”.

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