Augias dà una lezione a Meloni: “La libertà dei singoli non può danneggiare la collettività”
Top

Augias dà una lezione a Meloni: “La libertà dei singoli non può danneggiare la collettività”

Il giornalista e scrittore replica con molte citazioni storiche e giuridiche alle sguaiate frasi dell’estremismo di destra contro il green pass

Corrado Augias
Corrado Augias
Preroll

admin Modifica articolo

16 Luglio 2021 - 10.41


ATF

‘Dove si collochi il confine tra la libertà dei singoli e l’autotutela della collettività”: questo, secondo Corrado Augias è il ”tema più importante” e ”di fondo della convivenza civile”, al di là delle polemiche politiche, che il giornalista evidenzia su Repubblica rispondendo a Giorgia Meloni che ”ha rivendicato nei giorni scorsi la libertà ”sacra e inviolabile” degli individui contro possibili imposizioni dello Stato in materia sanitaria”.
Secondo Augias, ”l’obiezione immediata, di polemica spicciola, potrebbe essere che certe raccomandazioni (della leader di Fratelli d’Italia) sarebbe meglio rivolgerle al suo sodale Viktor Orbán, per esempio, sostenitore della democrazia illiberale (contradictio in terminis).
Ma il tema è dibattuto da secoli – ha ricordato – I romani lo avevano condensato in una serie di brocardi di fulminante efficacia: Sub Lege Libertas, Dura Lex sed Lex. Marco Tullio Cicerone lo sviluppa nella famosa sentenza: ‘Legum servi sumus ut liberi esse possimus’ — Siamo servi delle leggi per poter essere liberi. Trovata retorica da grande scrittore (tra l’altro), rovescia il concetto di servitù in quello opposto di libertà”. ”Venendo al diritto amministrativo contemporaneo – ha detto ancora Augias – è noto l’istituto giuridico dell’esproprio per pubblica utilità. In parole povere la pubblica amministrazione (id est lo Stato) ha il potere di sacrificare il diritto del privato in vista di un superiore interesse pubblico. Per esempio: espropriare un fondo o un altro diritto reale — ovviamente dietro indennizzo — per realizzare un’opera pubblica: una strada, un acquedotto, un ponte. I giuristi lo chiamano ‘potere ablatorio’, duro potere, poiché ablazione in parole povere significa portare via”.
”L’articolo 32 della Costituzione – ha proseguito lo scrittore – stabilisce che la salute è un ‘diritto dell’individuo’ ma anche un ‘interesse della collettività’. La ragione di questo duplice aspetto per un bene primario come la salute è ovvia: la salute della popolazione riguarda il benessere degli individui ma, più in generale, rientra negli interessi collettivi. Su questa base giuridica poggia la giustificazione di trattamenti sanitari obbligatori quando la gravità della situazione lo giustifichi e un atto legislativo li renda legittimi. La stessa giurisprudenza della Corte Costituzionale è stata, sull’obbligatorietà vaccinale, costante ancora prima che scoppiasse la pandemia”.
Infine, Augias ha citato il ‘Saggio sulla Libertà’ (On Liberty) di John Stuart Mill (1806-1873), ”manifesto d’ogni civile convivenza per una società liberale. Nel testo originale la definizione di libertà ha un timbro che ricorda l’icasticità latina: ‘The only freedom which deserves the name, is that of pursuing our own good in our own way, so long as we do not attempt to deprive others of theirs, or impede their efforts to obtain it’. L’unica libertà che meriti questo nome, è quella di ricercare il proprio bene a proprio modo nella misura in cui non si cerchi di privarne altri o di ostacolare i loro sforzi per ottenerla. La libertà dei singoli è ‘sacra e inviolabile’ ma in un contesto che comprenda la libertà di tutti, quindi con inevitabili limitazioni. Nel quarto capitolo del saggio, Mill specifica che un individuo è libero di perseguire i propri interessi fino a quando non danneggi gli interessi altrui. Per esempio, la salute. Il filosofo inglese respinge l’idea che libertà voglia dire indifferenza sulle conseguenze del proprio agire nella comunità di cui si è parte.
Echeggia in sottofondo l’imperativo categorico kantiano. Anni fa – conclude – ebbi il privilegio di una giornata a colloquio con Karl Raimund Popper per un’intervista. Popper riassumeva questo principio etico in una sorridente metafora: la libertà di movimento del mio pugno è limitata dalla posizione del naso del mio vicino. Tutto chiaro?”.

Leggi anche:  Giorgia Meloni, gli studenti e la criminalizzazione del dissenso
Native

Articoli correlati