I toni sono quelli della rottura e un Renzi forse ringalluzzito negli ultimi giorni dallo scontro con Fedez-Ferragni e dalla giravolta sul ddl Zan, grazie al quale tutti sono tornati a parlare di lui, spara sui 5 Stelle.
A Giuseppe Conte “non credo che convenga” uscire dal governo “e dunque non lo farà. Romperebbe con il Pd che invece sta sposando l’agenda Draghi. Romperebbe con l’opinione pubblica. E si troverebbe a fare il capo di una roba di sinistra: la sua pochette non si intona coi toni barricaderi di Fratoianni o Di Battista”.
Lo afferma il leader di Italia Viva ed ex premier, Matteo Renzi, in un’intervista.
“Il governo non rischia nulla. La maggioranza è solida. E meno male che abbiamo un premier autorevole e credibile che ci rappresenta in Europa con forza e saggezza”, aggiunge.
In Senato è battaglia sull’approvazione del Ddl Zan su cui Italia Viva chiede delle modifiche che trovano però la contrarietà del Pd.
“L’atteggiamento di Letta è inspiegabile e controproducente – commenta Renzi – Questo disegno di legge è a un passo dal traguardo. Vengono proposte piccole modifiche per allargare in modo significativo la maggioranza in aula. Ci possiamo accordare in mezz’ora e chiudere una ottima legge. Chi preferisce piantare bandierine identitarie per crescere nei sondaggi fa male innanzitutto a quei ragazzi gay che da anni aspettano questa legge. Spiace dirlo ma la legge la stanno affossando gli integralisti, non quelli che propongono compromessi”.
Secondo Renzi, se non ci sarà mediazione “ci saranno mesi di ostruzionismo, la legge andrà sotto a scrutinio segreto e chi ha voluto il muro contro muro sarà responsabile dell’affossamento della legge. Questa è la triste realtà. Ma vedo nel Pd crescere le voci di buon senso, sono fiducioso”.
Matteo Salvini sta promuovendo insieme ai Radicali il referendum sulla giustizia, e a firmarlo “ci sto pensando. La giustizia ha bisogno di una svolta vera. Abbiamo archiviato Bonafede, grazie a Draghi. Ma la partita è ancora lunga. I politici devono fare le leggi senza invasioni di campo di alcuni giudici d’assalto. Ai magistrati va garantita la libertà e l’indipendenza. Sono concetti semplici, ma in questi anni sappiamo che le cose non sempre sono andate così. I referendum radicali potrebbero aiutare, vediamo come proseguirà il dibattito”.
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