Il passo indietro di Italia Viva sul ddl Zan ha fatto ancora una volta slittare l’approvazione del decreto.
La ricetta per tornare in carreggiata la propone Fassine, che però si dice pessimista.
“Il Pd deve giocare all’attacco e avanzare una proposta che confermi i punti di progresso e elimini le norme regressive, indicate non da Salvini o Renzi, ma da un fronte ampio e anche progressista. Per chiedere in Senato un impegno da parte di tutti i partiti di maggioranza ad approvare in terza lettura alla Camera il testo modificato”. Così il deputato di LeU, Stefano Fassina, ha parlato della battaglia in parlamento sul Ddl Zan in un’intervista al quotidiano La Repubblica.
“Non sono ottimista – ha risposto Fassina parlando della discussione in Senato -, vedo un irrigidimento di posizioni che non ha nulla a che vedere col merito. Anche una maggioranza risicata non sarebbe un bene”.
Per quanto riguarda il testo del ddl “ascoltando la discussione e leggendo analisi approfondite, anche di parte del mondo femminista, mi sono convinto che il riferimento all’identità di genere costituisce una visione antropologica che non può essere contenuta in una legge – ha aggiunto -. Affermare che il genere è sostanzialmente disconnesso alla dualità sessuale, tesi legittima. Ma non può essere inclusa in una legge dello Stato e diventare progetto educativo universale”. La modifica andrebbe fatta secondo Fassina “semplicemente eliminando il riferimento all’identità di genere”.
Mentre per quanto riguarda l’istituzione di una giornata contro l’omofobia nelle scuole, “sì” sono d’accordo, “e sarebbe inconcepibile disapplicare una legge dello Stato in una parte del sistema pubblico di istruzione. Ma la legge non deve contenere un programma educativo intorno ad una visione di una parte”.