Il presidente della Regione Lombardia, il leghista Attilio Fontana, glissa sulla federazione di Centro destra, affermando che il dossier è nelle mani del leader Salvini. “Sono dell’opinione che la cosa importante è che ci sia un centrodestra unito, sulle modalità lasciamo che sia il segretario a decidere”, ha detto Fontana.
Da soli o tutti insieme? Federazione o partito unico? Sono i grandi interrogativi che corrono tra i dirigenti del centrodestra. Nel corso di una cena ad Arcore, ieri sera Berlusconi ha ribadito a Salvini la necessità di intensificare oltre la federazione la collaborazione tra gli azzurri e la Lega.
Il cavaliere immagina di veder nascere, entro il 2023, un partito unico liberale e conservatore, sullo stile di quello americano, che riunisca tutti gli attori principali del centrodestra.
Salvini frena per il momento, e spinge per la federazione che darebbe ancora più peso ai due partiti che in questo momento sostengono Draghi nel governo. “Niente fusioni a freddo”, questa è l’idea del leader della Lega, e di altri colonnelli di Forza Italia.
In tutto ciò Giorgia Meloni osserva e intanto cresce nei sondaggi. La federazione, che per lei è “una buona idea”, non coinvolge per ora Fdi, essendo più orientata alle forze di governo. Ma sul partito unico la leader sembra piuttosto scettica.
Da un lato per la paura di veder delegittimata la sua leadership, dall’altro per la necessità di mantener vive le varie ‘differenze’ all’interno del centrodestra. Un concetto del quale è convinto anche il governatore della Liguria Giovanni Toti, alle prese con la formazione del nuovo partito ‘Coraggio Italia’ insieme al sindaco di Venezia Luigi Brugnaro. Toti infatti, ha invitato a non sottrarsi al giudizio popolare e a mettersi in discussione, evitando l’escamotage del partito unico.
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