A Bologna le primarie più strambe di sempre con un alto rischio di inquinamento
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A Bologna le primarie più strambe di sempre con un alto rischio di inquinamento

La renziana Isabella Conti sfida Matteo Lepore: tam tam dell'area moderata per votare la sindaca di San Lazzaro e un regolamento pieno di buchi

Matteo Lepore
Matteo Lepore
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Claudio Visani Modifica articolo

14 Giugno 2021 - 15.34


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La vera incognita è quanti elettori del centrodestra andranno a votare alle primarie del centrosinistra tentando di far vincere la candidata di Renzi, Isabella Conti. Non è un’ipotesi campata per aria. Il rischio inquinamento è alto. Le destre continuano da un mese a rinviare la scelta del loro candidato, sono tentate di aspettare l’esito dei gazebo. Settori dell’area moderata (la lista centrista Bologna Civica, la parte di casiniani che fa capo all’ex ministro Galletti, i comitati contro il Tram e il Passante, personaggi di area Forza Italia e Lega) appoggiano apertamente la sindaca di San Lazzaro e invitano ad andare a votare. Il Pd ci ha messo del suo, accettando un regolamento che prevede la pre-registrazione solo per chi voterà online attraverso la piattaforma “Partecipa”, che però richiede il possesso dello Spid e quindi riguarderà solo una piccola fetta di elettori. A chi voterà ai gazebo verrà chiesta solo una firmetta in calce a un modulo che recita: “Dichiaro di essere elettrice/elettore del centrosinistra e di riconoscermi nella proposta politico programmatica della coalizione di centro sinistra”.

Acqua fresca. Un impegno a sostenere il vincitore e la coalizione alle elezioni vere che può essere disatteso senza conseguenza alcuna. Il candidato del Pd, Matteo Lepore, ha invitato la sua sfidante a dissociarsi dai tentativi di infiltrazione. Ma le mosse e i messaggi della Conti sono di altro tenore. Fa campagna elettorale dove cova maggiormente la protesta, su Facebook scrive che “le primarie sono anche contaminazione”, ripete che “tutti i bolognesi possono partecipare”.

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Gli ultimi sondaggi davano Lepore in vantaggio di una quindicina di punti sulla sfidante (52 a 37%), ma l’impressione è che la rimonta sia possibile e che se la partecipazione moderata sarà molto alta la Conti ce la possa anche fare. Così come non è ancora del tutto escluso che in caso di sconfitta alle primarie Conti possa presentarsi alle elezioni vere con una propria lista civica. Un’ipotesi finora esclusa dalla sindaca di San Lazzaro, che però continua a circolare a Bologna memore del precedente del 1999, quando il moderato Guazzaloca con una lista civica appoggiata dalla destra spodestò per la prima volta le sinistre da Palazzo d’Accursio. Una ipotesi alimentata dall’intento di Conti, anche in caso di sconfitta alle primarie, di non tornare a fare la sindaca di San Lazzaro dove ha ancora tre anni di mandato, costringendo così il Comune al commissariamento e a elezioni anticipate. 

Ma c’è un altro paradosso in queste primarie più strambe di sempre. Dovrebbero essere di coalizione ma la coalizione non c’è, è variabile. Ufficialmente alla sfida dei gazebo partecipano il Pd, la sinistra di Coalizione civica e Coraggiosa, Italia Viva e i Verdi. Se prevale Lepore si sa già che in caso di vittoria alle elezioni vere di ottobre farà una giunta con dentro i Cinquestelle (l’ex premier Conte ha fatto un pubblico endorsement per il candidato Pd invitando gli stellati ad andarlo a votare ai gazebo), mentre potrebbe tornare in forse la permanenza di Italia Viva. Conti, invece, in caso di vittoria vuol fare una giunta con i centristi e senza i Cinquestelle, il che potrebbe portare la sinistra di Bologna civica e Coraggiosa a sfilarsi.  

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Il Pd l’ha gestita malissimo e ora rischia l’osso del collo. Ha subito la chiara operazione politica di Renzi. Poi mezzo partito si è schierato con la Conti (l’europarlamentare Elisabetta Gualmini, gli assessori Lombardo e Aitini, l’ex segretario della Federazione Critelli, il consigliere regionale Paruolo), tanto che è tutt’ora pendente a Roma il ricorso ai garanti di alcuni esponenti dem contro gli iscritti e dipendenti dem che sostengono la candidata di un altro partito. Conti intanto continua a presentarsi come “indipendente” (“sono isabelliana, non renziana”), si è dimessa dalle cariche nazionali che aveva in Italia Viva, ma non dal partito, evitando con cura ogni dichiarazione sul “Rinascimento arabo” e l’incontro dell’Autogrill. Se nella città simbolo della sinistra dovesse vincere la renziana, l’ipotesi di alleanza con i Cinquestelle verrebbe definitivamente affossata e la stessa segreteria Letta sarebbe probabilmente rimessa in discussione.
L’appuntamento ai gazebo è per domenica 20. Si potrà votare dalle 8 alle 20 con la doppia modalità: in presenza nei 43 seggi che saranno allestiti nei vari quartieri della città, oppure online pre-iscrivendosi con Spid, entro giovedì 17,  alla piattaforma del Pd “Partecipa” e versando i canonici due euro con carta di credito. Potranno votare anche i sedicenni e gli stranieri  con permesso di soggiorno domiciliati a Bologna.  Per votare ai seggi basterà un documento, la firma con cui si dichiara di essere elettori del centrosinistra e due euro. 

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