Il segretario della Lega Matteo Salvini è intervenuto al covegno ‘free speech, una battaglia liberale. Nel suo intervento ha toccato molti punti della politica e non solo.
“La libertà va tutelata, le corbellerie più incredibili devono poter essere dette e confutate, i libri con le opinioni più astruse debbono poter essere scritti, pubblicati e venduti e semmai confutati con altri libri, con altre teorie. Abbiamo vissuto dieci giorni di processo non a Galielo, perchè siamo nel 2021, ma a Pio e Amedeo”, ha sottolineato il segretario della Lega.
“Uno degli interventi più politicamente scorretti a livello di social degli ultimi tempi e più rilanciati e più discussi -ha ricordato il leader del Carroccio- non è stato né di Calamandrei né di John Stuart Mill, ma è stato di Emis Killa: messaggio breve, i giovani direbbero severo ma giusto, riassumibile in ‘sto politicamente corretto ha rotto il cazzo: ha fatto il giro del web e aperto un dibattito. Partendo dalla tradizione liberale applicata al linguaggio social del 2021 ha detto: fermiamoci”.
“Spero -ha sottolineato ancora Salvini- he non ci sia qualcuno che sta pensando ad un’enorme cappa, perchè nel secondo dopoguerra qualcuno decise politicamente di provare ad occupare il mondo dell’università, della giustizia, della cultura: in buona parte ci è riuscito, ci metteremo qualche annetto a riportare un po’ di equilibrio”.
“Ognuno -ha insistito il leader della Lega- è libero di vivere la sua vita come vuole, di far l’amore con chi vuole, di andare a cena con chi vuole, di guardare le trasmissioni che vuole, di leggere i libri che vuole, di frequentare il corso universitario che vuole, ma io pretendo di essere libero di poter fare l’esatto contrario senza essere qualificato con il suffisso ofobo o ista, non sono nè ofobo nè ista e non lo rivendico”.
“C’è da parte di una certa sinistra un’ottusità, una voglia di omologazione e di pensiero unico preoccupante. Spero che la policy della community non ci abbia bloccato, il germe della libertà e della curiosità, che fa rima con libertà, sono il passato, il presente, e il futuro”.
“Conta -ha lamentato Salvini- più la policy della community su Twitter, su Facebook, che non l’artcolo 21. Il diritto penale e la Costituzione sono lì da leggere, dietro un click lontano migliaia di chilometri c’è la policy della community. E’ normale che un ex Presidente degli Stati Uniti non possa parlare per due anni? Non è civile, non è democratico, non è utile al confronto: ammesso e non concesso che sostenga pubblicamente delle idee bizzare, lontane, assurde, prive di fondamento, le si contrasta con delle idee invece assolutamente solide, sane, precise”.
Peccato che la ‘libertà’ di cui parla Salvini sia stata in realtà una istigazioni a delinquere che ha provocato l’assalto a Capitol Hill con i conseguenti sei morti.
Non ammettere la sconfitta elettorale alimentando fake news e odio non è libero confronto, dovrebbe essere un reato”
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