Il giustizialismo di Salvini non è uscito fuori dal nulla, lui già nel 2017 approfittava della gogna mediatica per giudicare prima del tempo chi, ad oggi, è stato assolto in secondo grado.
L’ex sindaco Pd di Lodi Simone Uggetti è stato assolto dopo 5 anni dall’accusa di turbativa d’asta e ttacca il leader leghista, che al tempo lo aveva già condannato.
Commenta così: “Bene le parole di Di Maio, ma ora è il momento di aprire una riflessione più ampia. Da Salvini mi aspetto ancora le scuse. Durante la campagna elettorale del 2017 ricordo bene che mimò il segno delle manette”.
L’ex primo cittadino spiega di essere “contento della solidarietà” di Salvini, ma che vuole comunque le scuse del leader leghista: “Quel gesto è stato umiliante nei miei confronti”.
E quindi sottolinea che “il mio caso deve essere l’occasione per avviare un processo di maturazione dei tre sistemi del nostro Paese: quello giudiziario, quello mediatico e quello politico. Io spero che la politica sia più civile nel confronto e adotti dei meccanismi che tutelino di più la vera giustizia. Ma è fondamentale che ci sia anche più attenzione da parte della stampa”.
Uggetti parla invece del comportamento del suo partito, il Pd, ai tempi dell’arresto.
“Molti vennero a trovarmi in carcere. Diciamo che l’allora segretario Renzi, verso il quale non ho acrimonia, mi scaricò un po’ troppo velocemente. Fece un errore politico. Tempo dopo, quando lo rividi, mi chiese come stessi, del carcere, perché tutti pensano che sia il carcere il problema, quando il brutto arriva dopo. Glielo dissi: hai sbagliato sul caso Tempa Rossa e sulle dimissioni della ministra Guidi. Cambiò discorso”.